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Massimiliano Allegri torna alla Juventus a due anni da quella conferenza stampa congiunta con Agnelli all’Allianz Stadium per sancire l’addio. Un’immagine che qualcosa come un button narrativo, un po’ come la scena dell’ascensore di Kramer vs Kramer: un finale amaro ma con una speranza di fondo per un futuro ricongiungimento. E il ricongiungimento è arrivato, dopo due anni di ombre e luci, con tre trofei certo, ma anche con un ciclo spezzato dai rivali dell’Inter dopo nove titoli consecutivi vinti. Ma soprattutto dopo una serie di delusioni in Champions League, Lione e Porto, fin troppo cocenti per non lasciare il segno. Un ritorno che sancisce un po’ l’ammissione reciproca: cambiare strada è stato un errore per entrambi. Sicuramente per la Juventus che non ha avuto il coraggio di dare continuità ai cicli Sarri prima e Pirlo poi. E per Allegri che da due anni è fermo e poco tempo fa confessò in un fuori onda di “essere stanco” a stare fuori. Si è parlato di Real Madrid, di Inter, di Roma. Alla fine, il destino del tecnico toscano è ancora a tinte bianconere. E lo sarà probabilmente per molto tempo, perché il primo addio potrebbe essere l’errore che ha lasciato il segno e che scoraggerà colpi di mano futuri. Non c’è più Paratici, sponsor di Pirlo e forse di Cristiano Ronaldo.
Quello di Max non è il primo ritorno sulla panchina della storia bianconera. Vengono in mente i nomi illustri di Trapattoni e Lippi: entrambi vinsero. Esperienze fortunate anche per Parola. Insomma, precedenti positivi e tanta curiosità per una seconda avventura che potrebbe portare alla rivoluzione. E poi c’è il secondo aspetto della scelta di Agnelli: spiazzare l’Inter in un derby d’Italia perso per la prima volta negli ultimi dieci anni e che si è trascinato inevitabilmente nel post stagione dopo l’addio di Conte. La Juventus toglie ai nerazzurri il piano A sulla panchina e costringe Marotta a fare i conti con due tentativi falliti: Inzaghi e Allegri. Ora il futuro, nebuloso e tutto in discussione. Come lo è quello di Pirlo che dovrà decidere cosa fare: un anno di stop e di apprendimento, un’esperienza in Serie B o la pazienza, in attesa che questo folle mercato allenatori riservi sorprese anche per lui.
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