“La sua morte ha creato un vuoto tipico di quando viene a mancare una persona che ti è cara. Siamo stati otto anni assieme da calciatori, poi ci siamo ritrovati e devo dire che l’amicizia è diventata ancora più forte. Ci chiamavamo fratelli, c’era qualcosa di più dell’amicizia”. Queste le parole del presidente della Sampdoria, Marco Lanna, in ricordo di Gianluca Vialli, suo compagno di squadra e amico, rilasciate ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici” . “Con Luca ho condiviso il periodo in cui doveva comprare la Sampdoria con gli americani. E’ venuto tante volte a Genova in incognito. E’ stata una delle prime persone che ho chiamato quando mi hanno chiesto di diventare presidente della Sampdoria. Sapevo quanto tenesse a questa carica. Lui ha sempre manifestato la voglia di tornare alla Samp. Abbiamo condiviso il progetto, i programmi, ci siamo sentiti tantissime volte, in colloqui notturni, per confrontarci, gli chiedevo consigli. Non è stato solo un grande campione di calcio ma era anche un grandissimo manager. Per me è stato un duro colpo perdere un amico, una guida, una persona speciale. Nel suo profondo sapeva che non sarebbe diventato vecchio. Sapeva che prima o poi il suo fisico non avrebbe più retto. Credo che fosse sereno. Pronto”.
Lanna ha ricordato lo Scudetto vinto con la Sampdoria: “Una creatura che il presidente Mantovani ha costruito nel tempo, negli anni, non solo cercando giocatori forti, ma anche uomini. Ha azzeccato tante scelte, il gruppo storico è sempre rimasto unito. La nostra forza rispetto alle corazzate che c’erano all’epoca, tra cui il Milan degli olandesi, l’Inter dei tedeschi, il Napoli di Maradona, era il gruppo. Non si era costruita solo una squadra, ma un gruppo di amici e di fratelli. Vialli diceva sempre a noi difensori, ‘lanciateci i vostri meloni, noi ve li trasformiamo in gol’. Lo diceva col sorriso, e molto spesso era la verità. Sapevamo che potevamo vincere la partita sempre con loro. Nel gruppo non c’è mai stata nessuna gelosia”. Il condottiero era Boskov. “Per me è stato un secondo padre. Sono passato dalla primavera alla prima squadra grazie a lui. Era la persona giusta nel momento giusto, è stato un allenatore che ci ha lasciato grandi spazi al gruppo dei big, perché sapeva che erano persone di cui ci si poteva fidare. Ci lasciava libertà ma sapeva sempre tutto. E’ stato un buon padre, quello che sa bacchettarti quando è il momento ma anche lasciarti libero di gestire certe situazioni da solo”. Oltre a Vialli, Lanna ha perso anche Sinisa Mihajlovic: “E’ sempre stato un grande leader. Ci ho giocato contro prima della finale di Coppa dei Campioni con la Stella Rossa e già all’epoca era tra i più temuti. Poi abbiamo giocato insieme a Roma nel 1993. Lì capii il suo spessore. Nella Roma di Mazzone. Poi lui andò alla Sampdoria dopo. Si capiva la forza che aveva dentro, la cattiveria agonistica e la forza del grande trascinatore. C’era sempre, pronto a combattere per i compagni. Anche lui un po’ come Vialli, bastava guardarlo negli occhi per capire che cosa stesse trasmettendo”. Lanna ha concluso della sua Sampdoria, quella che lotta per la salvezza e che è reduce dalla sconfitta di Empoli con un finale incandescente e tante polemiche per il gol del pari annullato. “Mi sembra che sia sotto gli occhi di tutti che tutte le volte che ci sono episodi discutibili poi vengono a nostro sfavore. Il mio sfogo dopo Empoli non so se giusto o meno è dettato dalla tensione. Ci stiamo giocando un qualcosa di importante, lottiamo da un anno contro tutto e tutti e certe volte il nervosismo sboccia in questi sfoghi”, conclude il presidente blucerchiato.
Inviato da iPhone