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L’ANALISI – Cinque mesi di Var: il Napoli sorride, con Samp e Lazio gli errori peggiori

Michael Fabbri consulta la Var
Michael Fabbri - Foto Antonio Fraioli

Ho voluto il Var e lo volevo da tempo perché è un grande mezzo di giustizia“. Si è aperta con queste parole di Carlo Tavecchio la Serie A 2017-18, all’esordio con il Video Assistant Referee. E chissà cosa avrebbe detto l’allora presidente della Figc se fosse stato a conoscenza della bufera che ha travolto alcuni degli arbitri italiani cinque mesi dopo quel 19 agosto, data della prima applicazione del Var in Italia. Perché il principio è semplice: un errore arbitrale scatena polemiche, un errore arbitrale in regime di tecnologia in campo scatena polemiche al quadrato. Lo sa bene Piero Giacomelli, preso di mira dalla tifoseria laziale per aver diretto in modo disastroso Lazio-Torino. Ma il fischietto di Trieste non è l’unico ad essere entrato nel mirino delle tifoserie per una gestione arbitrale errata di una partita. In vista del giro di boa del nostro campionato, ecco quindi un primo bilancio del Var.

Udinese e Atalanta. Sono le società che hanno ricevuto rispettivamente più episodi a favore e a sfavore dal Var (LEGGI LA CLASSIFICA). Sei volte il Video Assistant Refereee ha cambiato una precedente decisione del direttore di gara a favore dei friulani mentre in sette occasioni gli uomini di Gasperini hanno dovuto fare i conti con una decisione sfavorevole dopo l’ormai noto gesto dello schermo da parte dell’arbitro. Le big che si sono viste sorridere più volte dal Var sono state l’Inter e la Roma (4), seguite da Milan, Juventus, Lazio e Napoli (3). Solo due le squadre a quota zero sulla voce degli episodi a favore: Benevento e Sampdoria. Mai un episodio contrario invece per il Napoli, graziato finora dalla grande novità del nostro calcio. Ben quattro invece gli episodi a sfavore dopo la valutazione dell’assistente per la Juventus in compagnia di Chievo, Genoa, Spal e Cagliari. E proprio agli uomini di Allegri è toccato sperimentare sulla propria pelle l’applicazione del Var per la prima volta in Serie A: era il 19 agosto quando l’arbitro Maresca concesse un rigore al Cagliari, poi sbagliato da Farias, con l’assistenza decisiva della tecnologia in campo.

Per assistere alla prima decisione errata non bisogna aspettare troppo. Hellas Verona-Napoli, prima giornata di campionato: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Nicolas esce a vuoto, la palla carambola su Koulibaly che mette in rete. I padroni di casa protestano ma l’arbitro Fabbri riceve il check silente e convalida il gol. Rivedendo le immagini però è evidente come sia Milik che Koulibaly ostacolino l’uscita dell’estremo difensore di casa. E nella stessa partita c’è anche spazio per una espulsione ingiusta ad Hysaj. Un errore tira un altro e Genoa-Juventus, valida per la seconda giornata, si rende protagonista di un’altra svista: Banti concede un rigore al Genoa per fallo di Rugani su Galabinov senza accorgersi che l’attaccante è in fuorigioco. Meno errori arbitrali, più polemiche. Il paradosso è servito e se ne accorge la Roma contro l’Inter in occasione della decisione di Irrati di non concedere un calcio di rigore per fallo di Skriniar su Perotti in area. Rizzoli l’ha definito “errore di comunicazione” ma non è finita qui: c’è spazio per il disastro di Atalanta-Juventus con un rigore generoso concesso ai bianconeri ed un altro negato ad Higuain per un fallo di Palomino. Ma i due errori più clamorosi si registrano nel mese di dicembre. Durante Lazio-Torino, Giacomelli non nota il fallo di mano di Iago Falque in area ed espelle Immobile per un contatto lieve con Burdisso. Risultato: i tifosi biancocelesti hanno avviato una class action contro il direttore di gara e il video assistance referee del match. Ma il braccio largo di Iago Falque non ha nulla a che vedere con la parata sulla riga di porta di Torreira durante Sassuolo-Sampdoria, valida per la diciassettesima giornata di Serie A: anche in quel caso il Var è stato silente e il web si è scatenato con l’ironia del caso.

Nel frattempo il mondo del calcio non è rimasto indifferente all’esperienza italiana. Gareth Bale, dopo aver sperimentato il Var sulla propria pelle in occasione del Mondiale del club, si è schierato: “Il calcio è più bello senza tecnologia“. Non sono stati dello stesso avviso in Francia dove il consiglio di amministrazione della LFP si è pronunciato a favore dell’introduzione del Video Assistant Referee in Ligue 1 dalla prossima stagione. Ma c’è una grande novità anche in Italia: a Coverciano è nato infatti il primo centro di formazione Var affidato alla direzione di Roberto Rosetti. Perché tutto è migliorabile e il Var ne ha bisogno urgente.

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