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Non ci sono sorprese all’Olimpico. Ma il posticipo del turno infrasettimanale tra Roma e Torino regala comunque tanti episodi e tanti spunti di riflessione. Doveva essere un test per valutare la Roma devastante di Bologna e il Torino reduce da due sconfitte consecutive. Ma all’Olimpico dopo quindici minuti è già chiaro che sarebbe stata tutta un’altra partita. Il protagonista è Abisso che decide di estrarre la seconda ammonizione all’indirizzo di Singo per un contatto falloso su Spinazzola ma non meritevole di secondo giallo. La partita è in discesa per la Roma che non se lo fa ripetere due volte e la mette in cassaforte. Al 27′ è il solito Mkhitaryan con un mancino terrificante a sbloccare il risultato e a imporre al Toro il purgatorio tra il coprirsi per non subire l’imbarcata e l’obbligo di provare a reagire. Poi l’altro episodio da moviola: Dzeko sfugge a Bremer e cade in area, Abisso concede il rigore e stavolta ha ragione: il contatto è evidente. Veretout si conferma infallibile dal dischetto (11 su 11 in maglia giallorossa) e sigla il 2-0 prima del tris di Pellegrini nella ripresa con un gran mancino. Dal 3-0 per la Roma è un’altra partita e la luce si spegne.
Prova ad approfittarne il Torino e il gol granata arriva sugli sviluppi di un pasticcio targato Pau Lopez-Ibanez. La firma è del solito Belotti (secondo gol in trasferta, prima di stasera era il bomber di Serie A con meno gol fuori casa) il cui cuore è il punto di ripartenza di un Torino che difficilmente farà a meno di Giampaolo. I dati parlano chiaro. Il Torino ha saputo reagire anche in inferiorità numerica e oggi meriterebbe una classifica migliore, non di certo l’ultimo posto. Basti pensare che il Torino è la squadra ad aver perso più punti da situazioni di vantaggio. Non è il caso di stasera contro una Roma che all’Olimpico non poteva fallire e non ha fallito. Per i giallorossi non c’è la quarta porta inviolata consecutiva in casa come non accadeva dal 2014. E non c’è l’aggancio di Dzeko a Montella nella classifica dei gol giallorossi in Serie A (83). Ma c’è un altro aggancio, ben più importante: il terzo posto che vale anche un segnale al campionato.
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