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La Roma crolla ancora e stavolta è davvero un tonfo che non lascia spazio ad alibi e recriminazioni. A Venezia arriva la seconda sconfitta di fila, la quarta nelle ultime cinque tra tutte le competizioni, la quinta in Serie A dopo dodici giornate. Insomma, tutto quanto di buono si era creato a inizio stagione con l’arrivo di Mourinho e la ventata di entusiasmo che aveva portato, è stato cancellato. Tabula rasa assoluta, questa squadra non ha un’identità , fatica tantissimo, non riesce a imporsi per tutti i novanta minuti sugli avversari e gioca bene solo a sprazzi.
C’è poco da salvare, forse niente: poteva essere una giornata importante in cui i giallorossi avrebbero potuto sorridere per il ritorno al gol dei suoi attaccanti, visto che Shomurodov non aveva mai segnato in campionato e Abraham non lo faceva da fine settembre. Ma le due reti, arrivate sul finale del primo tempo in una delle poche situazioni positive di oggi, passano in secondo piano in virtù di una sconfitta che fa malissimo. Il Venezia, che fin qui tre gol tutti assieme non li aveva mai segnati, si riscopre solido e veemente, ma se lo fa oggi e non altre volte forse è perché è stata l’avversaria a concedergli tanto.
A questo punto Mourinho esaurisce francamente tutti i bonus. Troppe sconfitte, troppi passaggi a vuoto, le stesse vittorie che non sono praticamente state mai convincenti. E il primo posto in Conference League che non è ancora conquistato, anzi, ha il suo peso. A questo punto, serve una svolta: o da questo che è il punto più alto dell’anno si risale con gioco e vittorie, oppure la stagione va ridimensionata da parte di tutti, a cominciare dalle dichiarazioni dello Special One che dovrà abbassare i toni.
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