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Una storia complicata, quella tra gli ultras della Roma e James Pallotta. Un rapporto che iniziò ad incrinarsi quando la società decise per il restyling dello storico stemma giallorosso, una decisione che fu mal digerita dalla tifoseria, e quando il presidente definì “fucking idiots” gli ultras che avevano esposto in Curva Sud uno striscione offensivo nei confronti della madre di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ucciso prima della finale di Coppa Italia del 2014. Tensioni che non si allentarono e che raggiunsero il picco massimo a maggio di un anno fa, quando la tifoseria manifestò davanti alla sede dell’Eur dopo il mancato rinnovo di De Rossi. Per questo ora che è arrivata la notizia dell’addio di Pallotta e l’entrata in scena di Dan Friedkin, i tifosi hanno reagito come fosse una sorta di liberazione. Sulla bacheca della pagina Facebook “Cantando i miei colori, porto avanti un Ideale”, campeggia la foto di uno striscione con l’immagine di Pallotta e il simbolo del divieto. Oppure ancora: “Era ora, ci hai rubato i sogni che questa città merita”, “se ‘mbriacamo e nun ce pensamo più”, “finalmente”, “a mai più rivederci”, “in dieci anni mi ha fatto venire la gastrite”, “che Dio sia lodato”, “Dopo nove anni si chiude finalmente una delle pagine più buie della nostra storia e non avremo più niente a che fare con certi personaggi. Speriamo che chi prenda il loro posto si riveli migliore”, scrivono sulla pagina Curva Sud non tesserata. “Dopo Ciarrapico, il peggior presidente della nostra storia”, è l’opinione di Francesco. “Pallotta game over”, risponde un altro tifoso. Messaggi di benvenuto anche per Friedkin, con riserva però: “Speriamo che non venga a fare business fregandosene della Roma”, si legge. Infine, alcuni tifosi sperano anche in un ritorno di Totti, e magari De Rossi, in società.
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