[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
Gandhi, Martin Luther King, ma pure Paolo Di Canio e le mani di Achille Lauro. C’è posto per tanti nel video di presentazione di Maurizio Sarri, o meglio del Sarrimo che in fin dei conti si riassume con una sola frase: “La rivoluzione sull’ordine”, come si ascolta nel filmato. E di rivoluzione si tratta dopo sei stagioni con Simone Inzaghi alla guida e una lunga ed estenuante trattativa che ha attraversato momenti tutt’altro che facili. Una rivoluzione tecnica perché, dopo sei anni, la Lazio abbandonerà la difesa a 3 tanto cara ad Inzaghi per sposare il 4-3-3 (o 4-3-1-2) dell’ex tecnico di Napoli, Chelsea e Juventus. Ma anche una rivoluzione strategica con Claudio Lotito che per la prima volta nel corso della sua avventura da presidente biancoceleste ingaggia un tecnico con dei titoli vinti nei primi cinque campionati europei: una Europa League (Chelsea 2018-19) e uno Scudetto (2019-20, Juventus), conteso peraltro prima del lockdown proprio alla squadra di Inzaghi. “La Lazio ha scelto un tecnico il cui standing è in linea con l’esigenza di consolidare ed accrescere, in Italia ed in Europa, la posizione di protagonista che la Società, i suoi tifosi e la squadra meritano di avere“, ha dichiarato il presidente al sito ufficiale del club.
L’ufficialità di Maurizio Sarri è arrivata solo nel tardo pomeriggio ma di fatto era stata già consegnata in pasto ai social con una serie di emoticon che andavano a scavare nell’iconografia più popolare del tecnico toscano: una sigaretta, una tuta e una banca a simboleggiare vizi, abitudini e anche vecchie professioni di un tecnico che a grandi livelli ci è arrivato solo tardi, dopo una vita in provincia. Ora la Lazio. Un’opportunità per entrambe le parti che si è aperta improvvisamente a fine maggio grazie al ribaltone di Simone Inzaghi che da un lato ha liberato una panchina e dall’altro ne ha occupata un’altra, quella dell’Inter che con Sarri non ha mai davvero approfondito i discorsi. Discorsi che invece la Lazio ha allacciato, trovando una porta tutt’altro che chiusa. Il 3 giugno il tecnico raggiunge la Capitale e cena con Lotito e Tare non lontano da Formello: è l’occasione per iniziare ad immaginare la nuova Lazio e sondare la disponibilità a concedere garanzie tecniche. Su tutte, la permanenza dei big: Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Immobile. Sacrificabili Correa e Lazzari, reduci da ottime stagioni ma poco affini col 4-3-3 del tecnico. La Lazio dovrà abbassare l’età media (è la seconda rosa più vecchia del campionato) e rinforzare praticamente tutti i reparti: un difensore centrale, due terzini, un centrocampista e due esterni. Insomma, quei 6 acquisti necessari per trasformare il volto di una squadra e renderla ad immagine e somiglianza del Sarrismo.
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]