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Ci sono aspetti che fanno parte dell’anima di un club e che difficilmente possono cambiare per mano di un allenatore. Nel suo primo giorno nerazzurro Antonio Conte aveva fatto una promessa: “Niente pazzie, niente pazza Inter sarà una squadra equilibrata e forte”. Le ultime parole famose, verrebbe da dire. Ma poco importa perché la pazza Inter di Antonio Conte contro la Fiorentina ha sfoderato una vittoria per 4-3 che oltre ad indicazioni difensive poco rassicuranti (Kolarov su tutti) ha anche rivelato il volto di una squadra incapace di mollare e di darsi per vinta. E in questo c’è molto di Antonio Conte nel rocambolesco risultato che l’Inter ha costruito colpo su colpo, mai disunendosi nemmeno quando Franck Ribery sembrava essere in grado di fare breccia con un solo sguardo. Che la serata non sarebbe stata come le altre si era intuito sin dall’annuncio delle formazioni: fuori Hakimi dall’11 titolare e prima mossa a sorpresa di Antonio Conte. Pronti, via e dopo quattro minuti di gioco, l’Inter è subito sotto: l’ex Biraghi crossa al centro, Kolarov legge male la traiettoria e spalanca la porta a Bonaventura che serve l’assist comodo comodo per il tocco sotto porta di Kouamé, un altro ex della partita per via di un prestito alla Primavera nerazzurra nel 2016. La reazione dell’Inter è affidata all’uomo più atteso: Lautaro Martinez trascina i suoi negli spogliatoi con una maggiore serenità con un destro da fuori area che non lascia scampo a Dragowski. Poi al ritorno in campo altro lampo dell’argentino per il vantaggio dell’argentino: dribbling secco in area e conclusione che propizia l’autorete di Ceccherini. Partita finita? Neanche per sogno. Al 57′ inizia il genio di Franck Ribery che a 37 anni non ha nessuna intenzione di lasciare il palcoscenico agli altri attori. L’attore protagonista è lui e l’Oscar del migliore in campo è suo: prima un assist ‘normale’ per Castrovilli, autore del momentaneo 2-2 con la specialità della casa: l’inserimento. La specialità della casa per Ribery è invece qualunque gesto tecnico che per altri è pura immaginazione: al 63′ l’ex Bayern taglia in due l’intera difesa dell’Inter con un lancio rasoterra per Federico Chiesa che beffa Handanovic con un tocco sotto e sigla il 3-2. All’83’ Iachini decide di richiamare in panchina Ribery, non prima però di un nuovo assist, questa volta per Vlahovic. Ma il classe 2000 col destro sbaglia tutto. Per un curioso caso del destino la rimonta dell’Inter coincide con la sostituzione di Ribery. Ma anche grazie ai cambi di Antonio Conte: il neo entrato Alexis Sanchez inventa per l’altro subentrante Hakimi che disegna un assist perfetto per il gol di Lukaku. Un minuto dopo il vantaggio: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, D’Ambrosio anticipa Vlahovic e firma il gol del 4-3. La pazza Inter riparte così, con Sensi, Nainggolan, Vidal, Sanchez tutti in campo nel secondo tempo. Altro che equilibrio.
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