Nell’estate di Mario Gila è successo un po’ di tutto. A luglio il quotidiano spagnolo AS, da sempre molto informato sulle vicende di casa Madrid, rivela che il Real sta pensando di riportare a casa il canterano, del quale detiene il 50% di una futura rivendita. Tre giorni dopo è il diretto interessato a negare ogni idea di futuro lontano da Formello: “Non mi muovo da qui. La società crede in me e io credo nella Lazio”. Sul più bello però è arrivato il primo infortunio. Una frattura all’alluce che condiziona la sua preparazione e che lo costringe a tornare in campo ad agosto, quando subisce un nuovo stop, stavolta di natura muscolare, legato probabilmente ad un’estate difficile: lesione muscolare di medio grado a carico del retto femorale della coscia sinistra. Un mese dopo il difensore spagnolo è pronto a tornare in campo per il debutto da titolare in stagione. Stasera, alle 20:45, all’Olimpico contro l’Hellas Verona Mario Gila guiderà la difesa di Marco Baroni in coppia con Alessio Romagnoli. Una buona notizia per una Lazio che fin qui ha subìto cinque gol in quattro partite, ma che soprattutto ha assoluto bisogno di ritrovare la pulizia in palleggio e la facilità di corsa del classe 2000. Sono le qualità che gli hanno permesso di emergere in una stagione difficile.
Sia con Sarri che con Tudor, infatti, Gila è stato il migliore della scorsa annata. Il tecnico di Figline Valdarno lo ha mandato in campo contro la Salernitana alla tredicesima giornata e da quel momento il 24enne è diventato un titolare inamovibile con 2.469′ accumulati nella sola Serie A. Nell’1-0 contro la Juventus è risultato essere il secondo miglior calciatore per passaggi riusciti sulla trequarti di campo, mentre nel derby perso contro la Roma è stato tra i pochi a salvarsi con dei numeri eloquenti: 17 passaggi riusciti sulla trequarti e 101 palle giocate in generale (con tanto di due dribbling completati). Nessuno ha fatto meglio di Gila quel giorno tra i 22 in campo (Mancini, il secondo migliore, ha toccato 24 palloni in meno dello spagnolo). Un regista aggiunto, che sa rompere le linee di passaggio e far guadagnare metri ai compagni, ma che garantisce anche solidità nei duelli grazie ad un’ottima velocità. Praticamente tutto ciò di cui ha bisogno in questo momento una Lazio che ha guadagnato in fisicità e ‘gamba’, ma che ha forse perso un po’ di coraggio nelle giocate verticali. Gila in rosa è uno dei pochi a garantire entrambe le cose.