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Niente rimonta stasera. La Lazio prova a rimettersi in carreggiata dopo un periodo estremamente altalenante e risponde al ko di Reggio Emilia con una vittoria nella collocazione anomala del venerdì. Il 3-1 inflitto a una delle squadre più in crisi del campionato, quale è il Genoa, non deve fare troppo testo, ma può essere un buon punto di ri-partenza per Sarri nel lungo cammino che deve portare questa squadra a esprimersi in modo univoco, a giocare bene e a farlo senza continui tira e molla, ma seguendo un copione chiaro e condiviso. E soprattutto, non può assolutamente rinunciare a Luis Alberto, che nel secondo tempo entra dopo l’esclusione (qualche acciacco fisico, sì, ma non è certo la prima quest’anno) e piazza due volte la specialità della casa, l’assist. Nel primo tempo, comunque, era stato il solito scatenato Pedro a portare in vantaggio i biancocelesti, che nella ripresa sulle assistenze del Mago spagnolo arrotonda con Acerbi e Zaccagni.
Ininfluente nel finale il bel gol di Melegoni, un oggetto misterioso ma ben sponsorizzato di un Grifone davvero in crisi nera. Un punto da quando è arrivato Shevchenko, due gol segnati appena. E’ vero, il calendario non è stato dei migliori, ma in campo non si è visto nulla che possa far pensare a un cambio di rotta. E l’ucraino diventa uno dei pochissimi a perdere nello stesso anno nello stesso stadio da allenatore di una Nazionale (con l’Ucraina contro l’Inghilterra a Euro 2020) e poi con un club. E’ ancora il caso di dare fiducia a un tecnico con poca esperienza quando a libro paga c’è l’usato sicuro di Ballardini? Un’ardua sentenza che, a ogni modo, vede l’Atalanta come prossimo impegno prima di chiudere un anno orribile, un altro ostacolo durissimo. Tornando invece alla Lazio, martedì c’è il Venezia al Penzo: vincere per dimostrare di poter trovare la giusta continuità, in caso contrario la stagione verrebbe definitivamente bollata come di transizione.
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