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Quattro anni. Questi sono gli anni che erano passati dall’ultima vittoria casalinga della Lazio contro l’Inter. Con questa premessa, la Lazio e l’Inter si sono affrontati in una sfida che già risultava decisiva per la corsa scudetto del campionato italiano, per stabilire quale delle due compagini muoverà un passo significativo per la corsa al trono d’Italia. La Lazio di Simone Inzaghi, dopo il successo contro il Parma al Tardini, si è schierata il suo 11 classico nel 3-5-2: Strakosha in porta, Luiz Felipe, Acerbi e Radu in difesa, Marusic e Jony sulle fasce ad affiancare Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e Luis Alberto a centrocampo, Immobile e Caicedo a formare una delle coppie d’attacco più prolifiche del campionato, con 33 gol segnati in 2.
L’Inter di Antonio Conte ha risposto con un modulo analogo, senza discostarsi dal suo 11 ideale dopo aver ritrovato Lautaro in seguito alla squalifica rimediata contro il Cagliari: Padelli in porta, Godin, De Vrij e Skriniar nella retroguardia, Candreva, Barella, Brozovic, Vecino e Young a centrocampo e infine la ritrovata coppia d’attacco Lukaku – Lautaro. La partita è iniziata con un clima abbastanza teso, con gli assordanti fischi ai danni di De Vrij, l’ex -baluardo della difesa laziale che per la prima volta ha giocato all’Olimpico contro la Lazio, in un’atmosfera non proprio facile per lui. Al minuto 8, è stata la Lazio ha colpire per prima, con un destro violentissimo dai 25 metri di Milinkovic-Savic che si è stampato sul palo alla sinistra di Padelli. Dopo questo iniziale sbandamento è stata l’Inter a salire in cattedra nel primo tempo, sfoderando un’intesa a dir poco unica tra Brozovic (migliore in campo nella prima frazione), Barella e Vecino, sfruttando abilmente il suo gioco sulle fasce e contenendo al meglio le avanzate di Jony e Marusic sulle fasce grazie ad un’importante fase difensiva di Young e Candreva, autentici motorini instancabili sulle fasce di mestiere. A salire in cattedra a centrocampo è stato un accademico Marcelo Brozovic, autore di un primo tempo impressionante in entrambe le fasi e nelle veloci ripartenze che ha fatto partire dai suoi piedi, in situazioni in cui l’Inter poteva passare in vantaggio già al sedicesimo, in seguito ad una discesa dirompente di Lukaku che, servito dal croato, non è riuscito ad angolare al meglio il tiro. La Lazio, dall’altra parte, al di là delle conclusioni dalla distanza, ha faticato ad imporsi fisicamente e tecnicamente contro il centrocampo interista, in un duello che ha visto i nerazzurri vincere nei primi 45 minuti. Ha provato ad insidiare Padelli nell’area di rigore, a causa delle sue difficoltà evidenti nelle uscite, ma la retroguardia dell’Inter ha presieduto molto bene la sua area di competenza, con un Godin, in questa frazione, abbastanza ispirato, nel giorno del suo trentaquattresimo compleanno.
Nel secondo tempo, è stata la Lazio a trovare il pareggio, in seguito ad una frittata colossale, in doppia partecipazione con Skriniar e Padelli, con il primo che ha anticipato l’uscita del portiere interista e ha portato alla situazione del fallo da rigore di De Vrij su Immobile. Immobile ha dunque calciato il rigore e segnato il centro numero 26 della sua stagione a dir poco incredibile dal punto di vista realizzativo. L’Inter, in questo momento, ha perso di lucidità , sbagliando la maggior parte delle scelte e la Lazio ha iniziato ad imporre il suo gioco a pieno regime. Inzaghi ha dunque deciso di giocarsi la carta Correa, alzando ulteriormente il baricentro e dando maggior freschezza alla manovra offensiva laziale. In seguito ad un calcio d’angolo, la Lazio ha trovato il vantaggio grazie a Milinkovic-Savic che, al minuto 69, con un rapido tocco di suola dopo il salvataggio di Brozovic sulla linea, ha depositato la palla in rete, colpendo nuovamente l’Inter dopo la vittoria a San Siro dello scorso anno. Un gol che ha premiato la sua prestazione a dir poco dominante. Conte ha cercato quindi di risollevare una partita ormai compromessa con un cambio che si è dimostrato dannoso per l’Inter: sostituendo Brozovic con Eriksen, infatti, ha alzato il baricentro della squadra ma ha anche demineralizzato la fase di possesso e castrato la fase di impostazione dal vertice basso del centrocampo. Un cambio che, col solito cambio Candreva – Moses, non ha portato ai frutti sperati. Nemmeno l’ingresso in campo di Sanchez ha permesso all’Inter di trovare un pareggio più che disperato e anzi, ha pure rischiato di capitolare quando Immobile ha sprecato una ghiotta occasione nel finale a tu per tu con Padelli. L’Aquila laziale vola, nei piani alti della classifica, sorpassando l’Inter e raggiungendo un successo contro i nerazzurri che mancava da quattro anni, un successo che permette alla Lazio di arrivare a -1 dalla Juventus per una corsa scudetto a dir poco entusiasmante e non povera di colpi di scena a non finire. L’Inter, dall’altra parte, pur rimanendo matematicamente in corsa per lo scudetto, ha perso un’occasione ghiotta per agguantare la Juventus e per prendere le distanze dalla Lazio, in una partita che ha mostrato per l’ennesima volta l’insicurezza del feeling tra reparto arretrato e Padelli, spesso insicuro nelle uscite e che già nel Derby aveva mostrato questo limite abbastanza evidente. La corsa scudetto si infiamma, per un finale di stagione che si prospetta ad alti colpi di scena a non finire.