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L’Inter crea e spreca, una Juventus operaia che ha evidentemente cambiato passo dalla rovinosa sconfitta col Milan vince sfruttando le poche occasioni a disposizione e con grande fame di portare a casa i tre punti cuoce a fuoco lento i nerazzurri per poi capitalizzare lo stato di grazia di Kostic, autore dei due assist per Rabiot e Fagioli, di un terzo assist per la rete di Danilo poi annullata dal Var, e anche di un palo. Ma tutto questo arriva dopo il forcing dei ragazzi di Inzaghi, che trovano un palo con Calhanoglu e che sono i primi a subire gol per poi non riuscire più a organizzarsi.
E’ una vittoria fondamentale in casa Juve, finalmente questa squadra ci mette qualità e voglia, e i giovani, soprattutto Fagioli, Miretti un po’ meno, continuano a incidere bene. Così come Adrien Rabiot, ormai rinato, al quinto gol stagionale, così come cinque erano i gol segnati nelle 104 partite precedenti. Non è un caso, non può esserlo, come le quattro vittorie di fila con altrettante reti inviolate, che fanno sì che la Juve sia la miglior difesa del campionato con sette gol subiti appena.
Un salto di qualità a livello di mentalità, la capacità di soffrire, di fare quadrato, di superare ogni ostacolo, di non imborghesirsi. E ora che ci sono di nuovo Di Maria e Chiesa, l’obiettivo è stringere i denti fino alla sosta per il Mondiale, che propone la visita all’ultima in classifica, il Verona, e poi l’altro scontro diretto con la Lazio.
A proposito di scontri diretti, l’altra faccia della medaglia è il quinto ko dell’Inter, che arriva contro la Juventus dopo quelli con Lazio, Roma, Milan e Udinese. Cosa lega le cinque sconfitte? Semplice, le squadre sono tutte tra le prime otto. Così come otto sono le vittorie nerazzurre, tutte contro le squadre che occupano posizioni nella parte destra della classifica. A questo punto, la situazione è fin troppo chiara: negli scontri diretti, e già capitava lo scorso anno, c’è qualcosa che non va.
Il sorpasso subito dai bianconeri pesa, nessun punto recuperato da situazione di svantaggio è allarmante, la difesa non è per nulla ermetica e i gol subiti sono troppi, dopo 24 partite si torna a non segnare. La prestazione non è mancata in senso assoluto, ma la sensazione è che l’Inter non abbia mai avuto realmente la partita in pugno. Il Napoli ora dista undici punti, l’Inter è settima e gli scenari sono pericolosamente foschi. Manca continuità, le altre corrono e la corsa dei nerazzurri si è interrotta bruscamente. Ora l’imperativo categorico è farsi scivolare addosso questa delusione e arrivare alla pausa dei Mondiali con altri sei punti in più.
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