La Juventus respira e torna a vincere dopo il passo falso col Parma che oltre a costare due punti aveva fatto rivalutare in negativo il 4-4 contro l’Inter. A Udine i bianconeri si rimettono in marcia e rispondono presente con una prestazione cinica e concreta, senza grande spettacolo e con un Vlahovic ancora a secco di gol, quello che serviva dopo i mugugni dell’infrasettimanale e in vista della Champions dove la trasferta con il Lille sarà estremamente insidiosa e chiave di volta anche per la campagna europea, partita in modo sfavillante e anche quella mitigata dalla brutta sconfitta, la prima e unica in stagione, contro lo Stoccarda.
Al Bluenergy Stadium servivano i tre punti e quelli arrivano, e la vittoria matura già in un primo tempo giocato nel migliore dei modi dal punto di vista dello spirito, della voglia di correre e di soffrire, della concretezza. Il giro palla è sempre il marchio di fabbrica, ma stavolta non fine a se stesso. Con pazienza e solidità, i bianconeri oggi in giallo la sbloccano grazie a una bella combinazione al 19′, nata dalla gran botta di Thuram, tra i migliori, che trova il palo e poi la sfortunata deviazione con la schiena di Okoye. Un episodio sblocca la partita, un altro autogol dopo la Lazio, stavolta arriva preso e sempre presto c’è il raddoppio, con Savona e il suo bell’inserimento – ancora il palo protagonista stavolta sul tiro di Yildiz – per quello che è il secondo gol stagionale del giovanissimo terzino. E nel secondo tempo si deve soffrire, ma quello contro i ragazzi di Runjaic è da mettere in conto: c’è un gol annullato per fallo di Davis ai friulani, nel finale anche una traversa di Lucca a Di Gregorio battuto. Tanti angoli in serie per i padroni di casa, alla seconda sconfitta consecutiva in pochi giorni, una difesa a oltranza di allegriana memoria ma che funziona. E di allegriana memoria c’è anche la rete inviolata dopo i sei gol incassati nelle ultime due e un Cambiaso sempre più giocatore totale e insostituibile.