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Solo una volta la Juventus nell’era dei tre punti era partita peggio rispetto a quest’anno. Era la stagione 2015-16, in panchina sempre Allegri, con la classifica dei bianconeri che recitava 12 punti in 10 gare, uno in meno di quest’anno ma in 9 partite. Lì la svolta arrivò nel derby del 31 ottobre, vinto 2-1 nel recupero grazie alla zampata di Cuadrado, invece questa volta a deciderla, sempre con un gol da rapace d’aria, ci ha pensato Dusan Vlahovic per lo 0-1 definitivo a 16 minuti dalla fine, una rete che ha permesso alla Juve di ottenere il quarto successo in campionato, il primo lontano dallo Stadium. Corsi e ricorsi storici in cui sperano i tifosi bianconeri che si aggrappano anche alle statistiche per risalire la china. Nel 2015-16 da quel momento in avanti arrivarono 15 vittorie consecutive, 25 in 26 partite da imbattuti, una striscia che cambierebbe in maniera emblematica la stagione di una formazione reduce da 5 sconfitte nelle ultime 10 partite Champions League compresa. A suonare la carica ci ha pensato ancora una volta Dusan Vlahovic, al sesto centro in Serie A su 13 totali di squadra, a segno dopo un’occasione mancata nel primo tempo. Lui, tra i più discussi degli ultimi giorni dopo l’errore contro il Milan valso il 2-0 di Diaz e la prova impalpabile di Haifa, ha risposto presente dimostrandosi ancora una volta uno dei leader da cui ripartire per una rimonta che avrebbe più che mai del clamoroso.
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