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Notte incredibile a San Siro. La Juventus passa sul doppio vantaggio e si ritrova per alcuni minuti a più dieci sulla Lazio e con lo scudetto praticamente in tasca dopo la sconfitta della Lazio sul campo del Lecce, ma subisce un’incredibile rimonta e deve cedere al Milan per 4-2, vanificando di fatto una grande opportunità. Dopo quattro partite perfette in campionato nel post lockdown, ecco la prima nota stonata sulla falsariga di quanto visto prima e subito dopo il lockdown: una squadra che in trasferta fa fatica, vive di momenti e in certi frangenti va completamente in tilt. Insomma, per una notte sembra essere tornata la vecchia Juventus, quella che si è vista per un anno intero e che aveva fatto storcere il naso a molti: a Sarri il compito di raddrizzare subito il timone.
EQUILIBRI SPOSTATI – Sullo 0-2 (grandissimo gol di Rabiot e solito timbro di Ronaldo) sembrava tutto finito. Sia riguardo questo match contro i rossoneri che avrebbero così messo di nuovo a repentaglio la qualificazione in Europa League, sia per quanto riguarda lo scudetto. Dieci punti di vantaggio sulla Lazio per la Juventus, un’enormità in attesa dell’Inter che al massimo si sarebbe potuta portare a -11. E proprio quando sembrava si potesse mettere una pietra tombale sul campionato, con i bianconeri che avrebbero potuto così concentrarsi già con largo anticipo sul dentro o fuori di Champions di inizio agosto contro il Lione, la solita serie di disattenzioni, mista a un intervento borderline del Var, spostano completamente gli equilibri di questa partita in favore dei rossoneri, che in cinque minuti ne segnano tre (pesante l’assenza di De Ligt là dietro) e la chiudono nel finale con Rebic dopo un errore da horror di un Alex Sandro evidentemente ancora non in forma. La squadra di Pioli per una notte è addirittura quinta: e non si può certo dire che non sia meritato.
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LIMITI MENTALI? – La sconfitta della Lazio può aver influito sulla sconfitta? Per i tifosi bianconeri sarebbe meglio sperare di no, visto che lascerebbe intravedere dei limiti mentali nel gruppo. La sensazione, però, è che invece questa possa essere stata una variabile in una partita comunque stranissima. Sta adesso alla Juventus dimostrare che non si è trattato che di un semplice passo falso che giocando ogni tre giorni può essere pienamente giustificato. Eppure, una sconfitta di questo tipo poco si addice alla mentalità bianconera, almeno a quella di Allegri. Ma da un anno sulla panchina della Vecchia Signora c’è Sarri, e ci si deve abituare a meno concretezza e più sregolatezza. La capacità di gestione non sembra ancora ai livelli top, ma i sette punti di vantaggio restano comunque più che sufficienti per non mettere a repentaglio lo scudetto.
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