Adesso è allarme Juventus. Il progetto di Thiago Motta, partito alla grande con quei due 3-0 che avevano fatto pensare che tutto fosse già a posto e che una nuova filosofia fosse stata innestata nei due mesi estivi, lascia spazio alla pareggite dalla quale è affetta la Vecchia Signora, che rallenta inesorabilmente con il sesto segno X in dieci partite. Imbattuta, sì, ma a -7 dalla capolista Napoli, quarta con anche Inter e Atalanta davanti a sé e domani potenzialmente sesta se Fiorentina e Lazio troveranno i tre punti: anche i numeri non sono dalla parte dei bianconeri, che devono rimettersi in marcia e devono farlo subito per sistemare le cose e rilanciare le proprie ambizioni. L’altra faccia della medaglia è un Parma che gioca in modo sbarazzino, forse troppo, non si arrocca dietro ma prova sempre a riparire: di solito queste partite alla fine puniscono le matricole per via della stanchezza, invece i gialloblù rischiano persino di vincerla e dopo oltre cinque anni da quel febbraio del 2019 torna a fare punti all’Allianz Stadium, e con merito grazie al lavoro dell’ex (ha allenato l’Under 23) Pecchia.
Dalla difesa bunker ai sei gol subiti in due partite: la Juve ora fatica anche dietro e mostra come la coperta sia decisamente corta in questa fase, anche in virtù di qualche assenza di troppo. Via Bremer per infortunio, in panca Kalulu, e dietro si balla: Gatti non è quello dello scorso anno, Danilo è in enorme difficoltà e quella che sembrava una squadra imperforabile adesso condede un’infinità di palle gol. Dallo Stoccarda che è stato il primo segnale di scricchiolio al 4-4 di Milano che poteva essere letto come un grande pareggio: quello di stasera, però, ricalibra le sensazioni in negativo. Allo Stadium, poi, in campionato è un mezzo disastro: dopo la vittoria col Como, sono arrivati tre pari con Roma, Napoli e Cagliari, poi la vittoria con la Lazio decisamente fortunosa con l’autogol a favore all’85’, quindi in Champions lo Stoccarda a spadroneggiare a Torino. E stasera, la sensazione che tra le mura amiche questa squadra fatichi ancora a livello di personalità e continuità.
Pronti-via e la partenza è shock per i bianconeri: Delprato di testa batte Di Gregorio e la squadra di casa deve faticare per riproporre una manovra fluida e riportarsi in zona Suzuki. Alla mezzora, però, McKennie pareggia i conti e rinvigorisce lo Stadium. Che però deve ammutolirsi nuovamente prima dell’intervallo, quando Sohm riporta avanti i gialloblù. Il nuovo pari dei bianconeri, usciti tra i fischi a fine primo tempo, è la fotocopia di quello di San Siro contro l’Inter e si riforma la premiata ditta Conceicao-Weah, con il sigillo dello statunitense. Vlahovic, però, è il solito fantasma e non la vede mai, Yildiz entra ma si limita al compitino così come un non al meglio Koopmeiners. Quindi il finale è caotico e Charpentier e Almqvist cestinano due occasioni clamorose, ma anche i padroni di casa sfiorano il gol vittoria che sarebbe stato però immeritato.