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La Juventus affonda a Udine e spreca il primo match ball scudetto. Lo fa nel modo peggiore, visto che per l’ennesima volta i bianconeri piemontesi erano in vantaggio e si sono fatti rimontare, perdendo addirittura all’ultimo minuto e lasciando tutto aperto alle rivali che già stasera avevano perso ogni speranza fino al gol di De Ligt. Ma questa Juventus non sa chiudere le partite, non sa gestirle, non impone il suo gioco per novanta minuti e dietro soffre maledettamente. E insieme alla festa scudetto, è rimandato anche Maurizio Sarri, che ancora una volta stecca una “finale” alla guida della Vecchia Signora e dimostra di avere poco polso della situazione e capacità di gestione dei momenti.
E la squadra è frutto della confusione: alterna momenti di grande calcio e di dominio, poi si riscopre fragile anche contro una squadra disperatamente in corsa per salvarsi. La sconfitta dimostra come le motivazioni dei friulani, alla ricerca di punti per evitare la retrocessione, siano stati maggiori della capolista che doveva chiudere il discorso scudetto dando dimostrazione di forza e regalandosi dieci giorni di relativa vacanza in vista del Lione. E invece, con Sarri la Juventus deve sempre soffrire, anche quando non ce ne sarebbe bisogno visti i valori in campo. La pazienza, ora non è più tantissima: i tifosi chiedono la testa di Sarri, nel frattempo possono dare tempo fino a fine stagione. La Champions potrà fare la differenza.
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