A caccia della prima vittoria, alla ricerca di conferme: al Franchi ci sono due squadre che vogliono puntare in alto, ma che devono crescere, chi più, chi meno. Più la Fiorentina, che in questa stagione, pur superando il playoff di Conference League, non ha ancora vinto nemmeno una partita, anche se ha cambiato tanto a cominciare dall’allenatore. I viola hanno un altro sistema di gioco, la difesa a tre cara a Palladino, un nuovo terminale offensivo come Kean che non sta deludendo, un centrocampo inedito che si sta ancora conoscendo. La Serie A, però, non aspetta e fin qui sono stati persi punti in casa contro rivali come Venezia e Monza, ragion per cui l’ambiente toscano, che vuole senz’altro dare fiducia al nuovo progetto tecnico, al contempo non può più aspettare e ha necessità di una vittoria per confermare la bontà del lavoro svolto in estate. Ed è qualcosa di imprescindibile ormai anche per la dirigenza.
La Lazio, invece, è partita bene in questo campionato, ma ha giocato tre partite su quattro all’Olimpico, vincendone due più il pareggio col Milan, per poi perdere però a Udine. Un problema trasferta che in realtà esiste fin dai tempi di Inzaghi e Sarri, e che Baroni deve assolutamente risolvere se vuole puntare alla zona Champions. Un colpaccio su un campo difficile come quello di Firenze può responsabilizzare e galvanizzare la squadra, anche in vista dell’esordio in Europa League contro la Dinamo Kiev, coppa che è un altro grande obiettivo dei biancocelesti. Non ci sarà Castellanos, per motivi precauzionali, Noslin guiderà l’attacco con Zaccagni che a questo punto dovrà prendersi il ruolo di leader tecnico e caratteriale di una squadra che deve dimostrare di aver fatto un importante salto di qualità , al di là dello scetticismo che ha accompagnato i mesi estivi e che Baroni e i suoi ragazzi stanno provando a mettere da parte.