Ai punti a vincere avrebbe dovuto essere la Fiorentina. Più occasioni pulite, un rigore fallito, giocatori più incisivi (Sottil e Belotti su tutti) nei duelli. Dal ‘Franchi’ però, pur giocando probabilmente la peggior partita del suo periodo recente, la Roma di Daniele De Rossi può uscire con alcuni spunti incoraggianti, non solo per la reazione nel finale che ha visto Diego Llorente segnare il gol del definitivo 2-2 con un siluro al 95′. Nel match della ventottesima giornata di Serie A infatti la formazione giallorossa ha vinto la sfida per il possesso palla in uno stadio in cui a palleggiare sono davvero poche squadre. I numeri parlano chiaro: i giallorossi hanno avuto il 67% del possesso palla e hanno completato 516 passaggi (contro i 220 dei viola) e 228 verticalizzazioni (contro i 123 dei padroni di casa). Superiori anche le azioni manovrate della Roma: 74 contro 47.
Una superiorità sul palleggio che però si è tramutata raramente in azioni pericolose. La Fiorentina, pur avendo percentuali più basse nel possesso, ha creato di più, in particolare nel primo tempo grazie a Belotti, Nico Gonzalez e Sottil, in grado di avere spesso la meglio (a differenza di quanto fatto dai giocatori del Brighton) nei duelli con i difensori giallorossi (nella prima frazione schierati a tre). In ogni caso, il dato che balza all’occhio è quello del possesso palla per una Roma che rispetto all’era Mourinho ha cambiato radicalmente volto. Nella stagione in corso solo due avversarie sono riuscite ad avere più possesso palla della squadra di Vincenzo Italiano al ‘Franchi’: la Roma e il Bologna di Thiago Motta. La squadra rossoblù in campionato (sconfitta per 2-1) fece registrare il 61% di media, mentre in Coppa Italia (dove perse ai rigori) si spinse fino al 62%. La Roma tocca addirittura il 67%. Chi l’avrebbe detto qualche mese fa? Non Mourinho. Ma forse neanche De Rossi.