Ivan Juric ha rivoluzionato il Torino. Lo ha fatto alla sua maniera, senza peli sulla lingua, arrivando perfino a criticare l’operato della società in sede di mercato, ma ottenendo di fatto una trasformazione incredibile da parte di una squadra reduce da una difficoltosa salvezza e da anni vissuti con il freno a mano tirato.
Attualmente il Toro è a quattro punti dalla zona Europa, con una gara da recuperare, grazie a una straordinaria fase difensiva per quella che è attualmente la terza retroguardia meno battuta del campionato, dietro a Inter e Napoli e un modo di giocare riconoscibilissimo come a Verona. Neanche sotto la Mole il tecnico croato ha abbandonato il suo amato 3-4-2-1, fatto di pressing alto e continui uno contro uno per tutto il campo, affidando alla qualità dei singoli una fase offensiva dove si fa ancora fatica, anche a causa dei continui infortuni del leader Andrea Belotti.
Ciò che balza agli occhi degli addetti ai lavori sono i tanti, come nell’esperienza veronese, giocatori rivalutati o cresciuti sotto la sua guida. Uno su tutti Bremer: il difensore centrale brasiliano si sta rivelando uno dei top dell’intero campionato, ricevendo le attenzioni delle grandi, con l’Inter avanti a tutti. Molto bene anche la coppia di centrocampo Pobega, di proprietà del Milan che sta attenzionando la crescita del ragazzo arrivato anche in nazionale, e Lukic, giocatore totalmente diverso rispetto a quello ammirato in granata nelle prime stagioni.
Qualcosa alla squadra ancora manca, soprattutto nei big-match. Infatti contro Inter, Milan, Juventus, Roma e Napoli sono arrivate cinque sconfitte per 1-0, segno di come la squadra se la possa giocare alla pari, ma debba compiere l’ultimo step per entrare di diritto tra le big del campionato.