
Kosta Runjaic, Udinese - Foto Nicolò Campo/IPA Sport
Si era presentato con un carico forse ridondante di retorica: “Nel 1958 Kennedy disse che l’uomo sarebbe sbarcato sulla Luna e nessuno ci credeva. Io vedo la mia carriera un po’ così, vendevo assicurazioni una volta e sono arrivato in serie A, anche se nessuno mi credeva”. A Kosta Runjaic ora credono tutti: Pozzo, che lo ha scelto per invertire la rotta di una Udinese reduce dalla salvezza all’ultima giornata. I tifosi, spazientiti e in clima di contestazione. E soprattutto i giocatori, che sotto la sua guida hanno visto migliorare statistiche e livello di prestazioni. L’obiettivo era la salvezza, ma la fatidica quota dei quaranta punti è stata raggiunta il 10 marzo con un pareggio acciuffato all’Olimpico contro una Lazio in corsa per la zona Champions. Quella friulana e è la seconda squadra con la differenza più ampia in positivo tra i punti ottenuti in questo campionato rispetto a quelli guadagnati nella scorsa stagione di Serie A dopo 28 partite: tredici punti tra i 27 del 2023-24 e i 40 di questa stagione. Davanti all’Udinese in questa speciale classifica c’è solamente il Napoli (+16). La formazione bianconera non otteneva almeno quaranta punti dopo 28 giornate dalla magica stagione 2012-13, quando Francesco Guidolin guidò i friulani fino al quinto posto. Cioè fino alla qualificazione in Europa League.
“L’Europa? Vediamo partita dopo partita. Dobbiamo avere la testa fredda per continuare così”, le parole di capitan Florian Thauvin, autore di otto gol in campionato. La doppia cifra è vicina a sei anni dall’ultima volta (16 reti con il Marsiglia) e un fattore è legato anche al ruolo che Runjaic gli ha cucito addosso. Il campione del mondo 2018 è libero di muoversi tra le linee e gravitando attorno a Lucca riesce a creare scompiglio tra difesa e centrocampo avversarie. Undici le verticalizzazioni riuscite ieri all’Olimpico, non poche per chi calpesta le zolle nell’ultimo terzo di campo. Meno comunque di quelle completate da Oumar Solet (17), altro giocatore che ha beneficiato della cura Runjaic. Il nome è sul taccuino degli addetti ai lavori da tempo, ma nell’ultima stagione era parzialmente sparito dai radar. L’Udinese ha anticipato tutti, ha creduto nelle sue qualità e lo ha portato ad Udine. Scelta giusta, come dimostrano le statistiche del match con la Lazio. Nessuno ha completato più passaggi (68) e ha effettuato più recuperi palla (7) del difensore francese, approdato in bianconero nel mercato di gennaio.
Alla base però c’è un meccanismo consolidato che consente a tutti i giocatori di esprimersi al meglio. L’Udinese ha mantenuto le caratteristiche degli scorsi anni (aggressività e fisicità), ma ha sviluppato una manovra più fluida e ha blindato una difesa che ha subìto due soli gol nelle ultime cinque partite. Nessuno ne parla per la panchina delle big della prossima stagione, come si fa per Cesc Fabregas, ma c’è anche il 53enne tedesco nell’elenco delle grandi sorprese stagionali. Di origine croata, cresciuto in Austria e Germania, si è messo in mostra nel campionato polacco. Parla tre lingue (serbo-croato, tedesco e inglese) e i Pozzo lo hanno scelto anche per questo: “Ha fatto una serie di esperienze ed è un allenatore idoneo per questi calciatori, che sono di tante etnie e c’è bisogno di fare squadra”, disse Giampaolo Pozzo a La Politica nel Pallone. Sa parlare alla squadra e la squadra lo segue, ma sa gestire anche le controversie, come quella tra Lucca e Thauvin per il rigore a Lecce. Runjaic, che non guarda curriculum (Alexis Sanchez rimasto 90 minuti in panchina nelle ultime due gare) e stato di forma, non ha permesso sgarri all’ordine. Risultato: bomber Lucca richiamato in panchina dopo trentasei minuti con la gara in bilico. Anche così si fanno le rivoluzioni. Ha preso un’Udinese sconclusionata e senza certezze ed è riuscito a darle un’identità chiara e definita, nonostante gli addii eccellenti di Samardzic, Walace, Pereyra e Perez. Le novità sono state Ekkelenkamp, Atta, Karlström e Solet. Tutti riusciti da subito ad imporsi con autorevolezza e continuità. Anche chi aveva fatto intravedere delle qualità nella disastrosa stagione 2023-24 oggi sta completando un salto di qualità evidente. I nomi sono quelli di Okoye, Bijol, Lovric e Lucca. Le big li osservano e forse sarebbe ora che inizino a fare lo stesso anche per il loro allenatore.