Contro il razzismo “si tratta di lottare ogni minuto di ogni singolo giorno. Non è solo fare le cose giuste sul campo. È farle anche fuori dal campo”. E’ il messaggio di Timothy Weah, il calciatore che la Juventus ha scelto come testimonial per la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. “Non è solo un problema mio o tuo, È un problema di tutti noi. Nulla cambia finché non cambiamo noi. Mai più”, ha ancora aggiunto il ventiquattrenne centrocampista americano.
La Juventus ricorda, in una nota, che “a partire dalla stagione 2014-2015, l’Allianz Stadium è stato dotato di un sistema di 86 telecamere multifocali Panomera che consentono di individuare i soggetti che si rendono responsabili di comportamenti non in linea con il regolamento d’uso dell’impianto: in questa stagione sportiva non sono stati sanzionati episodi di stampo razzista, a riprova dell’effetto deterrente della tecnologia installata”. Il club bianconero ribadisce anche la sua policy sui social: “Nel gennaio 2024 la società ha deciso di adottare uno strumento che consente di moderare automaticamente i commenti ai nostri post contenenti parole d’odio, riuscendo a preservare la libertà di parola – fa notare la Juventus – in media ogni settimana vengono pubblicati 1.500 contenuti all’interno dell’intero ecosistema digitale, e da gennaio sono stati immediatamente rimossi 30.000 messaggi d’odio, tra i quali circa 400 razzisti”.