
Thiago Motta - Foto Antonio Balasco / IPA Sport / IPA
Ora è ufficiale: la Juventus ha esonerato Thiago Motta. Al suo posto, ecco Igor Tudor. Si chiude, quindi, la vicenda che aveva segnato le ultime ore in casa bianconera. Il tecnico croato avrà ora il compito di provare a dare una scossa all’ambiente e a portare la squadra a centrare la qualificazione alla Champions League. “Juventus FC comunica di aver sollevato Thiago Motta dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile – si legge nella nota diffusa dalla Juventus –. Il Club ringrazia Thiago Motta e tutto il suo staff per la professionalità dimostrata e per il lavoro svolto in questi mesi con passione e dedizione, augurando loro il meglio per il futuro. Juventus FC comunica inoltre di aver affidato la guida della Prima Squadra Maschile a Igor Tudor che domani dirigerà il primo allenamento”.
Il progetto triennale della Juventus insieme a Thiago Motta, quindi, è naufragato dopo nemmeno una stagione. Ora la Vecchia Signora torna sui propri passi per provare a salvare il salvabile di una stagione che, soprattutto nelle ultime settimane, si è complicata molto. Le due pesanti sconfitte consecutive contro Atalanta, prima, e Fiorentina, poi, sono solo la punta dell’iceberg di un rapporto ormai compromesso tra il tecnico e l’ambiente juventino.

Juventus e Thiago Motta, i motivi della rottura
Le due sconfitte, infatti, hanno fatto precipitare i bianconeri in quinta posizione, quindi attualmente fuori dalla zona Champions League. Nel corso dei mesi, sono stati numerosi i KO amari da digerire. Da quello in Supercoppa contro il Milan, fino a quelli proprio in Champions contro il PSV e contro l’Empoli in Coppa Italia. Una Juventus che si è ritrovata improvvisamente fuori da tutto, e con una qualificazione in Champions da ricostruire.
Ai risultati negativi si è aggiunto un rapporto con lo spogliatoio via via sempre più complicato. Thiago Motta, infatti, ha dimostrato di non avere timori nell’usare il pugno duro e di andare avanti per le sue idee. A costo di rovinare il rapporto anche con i giocatori più rappresentativi. L’esempio più emblematico è stato forse l’addio a Danilo, scaricato in fretta e furia a gennaio in un momento in cui, tra l’altro, la Juventus era nel pieno dell’emergenza difesa. E in questo vortice ci è finito anche Vlahovic, che da riferimento offensivo è stato subito messo dietro nelle gerarchie con Kolo Muani, finendo per fare novanta minuti in panchina contro l’Atalanta.
Mosse che non hanno pagato, portando a prove negative e prive di carattere. E Thiago Motta non ha mai trovato il bandolo della matassa per risolvere questo problema, scaricando, anzi, la squadra. “Provo vergogna, è inammissibile, abbiamo toccato il fondo”, alcune delle parole pronunciate dopo la sconfitta di Coppa Italia contro l’Empoli. E, ad aumentare ancora di più la sfiducia dello spogliatoio e la rottura con il tecnico, sono state anche alcune scelte dell’ex Bologna, che non si è mai discostato dal suo 4-2-3-1, a costo di schierare giocatori completamente fuori ruolo.

Juventus, riecco Tudor: si cambia modulo, Vlahovic torna al centro del progetto?
Igor Tudor arriva sulla panchina della Juventus con l’obiettivo di invertire la rotta. Anzi, torna, dopo essere stato il vice di Andrea Pirlo nel 2020/2021. Da lì, poi, le esperienze con Verona, Olympique Marsiglia e Lazio, nel tratto finale della passata stagione. Anche con i biancocelesti arrivò con l’obiettivo di ricompattare uno spogliatoio in crisi dopo l’esperienza con Maurizio Sarri. E proprio da quella parentesi si possono ricavare alcune indicazioni su quello che sarà il modulo.
Innanzitutto, la modifica principale dovrebbe riguardare il modulo, visto che si dovrebbe passare al 3-4-2-1. Gatti guiderà il reparto difensivo, con ai lati Kalulu, sul centrodestra, e uno tra Veiga e Kelly sul centrosinistra. A centrocampo, le fasce saranno occupate da Weah, che già con Motta ha dimostrato grande flessibilità e spirito di sacrificio giocando anche da terzino di una difesa a quattro, e Cambiaso. In avanti, con una sola punta di ruolo, rimane il problema del dualismo tra Vlahovic e Kolo Muani, ma sarà necessario rendere più centrale il serbo per rilanciarlo. Alle spalle della punta, ecco Yildiz e Koopmeiners, oltre a Nico Gonzalez: anche i due nuovi acquisti saranno elementi importanti da rilanciare a tutti i costi per non vanificare l’investimento fatto in estate.