Il lunedì di fuoco vissuto dalla Juventus rischia di pesare tanto, tantissimo sull’imminente futuro del club bianconero. Prima la penalizzazione di dieci punti inflitta dalla Corte d’Appello Figc per la vicenda delle plusvalenze, poi la disfatta del Castellani con la squadra in balia dell’avversario e sconfitta 4-1 dall’Empoli in una partita che, invece, avrebbe invece potuto rilanciare l’ottimismo dell’ambiente, con la qualificazione nelle proprie mani nonostante il -10. C’era aria di impresa e di gran finale di stagione, invece la squadra di Allegri è precipitata al settimo posto e lì è rimasta dopo il ko inaspettato e spiegato a livello psicologico con la distrazione e lo stress dovuto alle vicende extra-campo che sono arrivate a una conclusione solo un quarto d’ora prima della partita.
Ma la Juventus è conscia che qualificarsi per l’Europa, quest’anno, è vitale. Che sia la Champions o una coppa minore, diventa di fondamentale importanza entrare nelle competizioni europee della prossima stagione, anche e soprattutto in virtù del fatto che l’Uefa potrebbe intervenire ed escludere il club bianconero in seguito a un’indagine interna che sta tenendo conto della penalizzazione – di fatto quasi definitiva, anche se i bianconeri hanno il diritto di ricorrere, con poche speranze, al Collegio di Garanzia dello Sport – per la vicenda plusvalenze arrivata ieri e anche dell’imminente nuovo processo, quello sul caso della manovra stipendi, dei rapporti con gli agenti e delle partnership con altre società, per il quale è prevista l’udienza con sentenza al primo grado della giustizia sportiva, il Tribunale Federale Nazionale, già il 15 giugno, dunque a stagione in corso (anche se a campionato finito). Un’eventuale altra penalizzazione (che sia da scontare nella stagione corrente o nella prossima), con il club ritenuto colpevole di aver prodotto false comunicazioni a livello di bilanci, potrebbe spingere l’Uefa, che sta monitorando la situazione, a decidere di escludere la squadra di Allegri dalle coppe per uno o più anni, anche in virtù del fatto che i bianconeri si trovino sotto accordo per violazioni minori nell’ambito del Fair Play Finanziario. E nel calderone c’è perfino l’astio, poco celato, per la vicenda della Superlega.
A questo punto entra in gioco la qualificazione, sul campo, alle coppe europee del prossimo anno: l’Uefa, infatti, esclude i club che hanno effettivamente conquistato la partecipazione a una delle competizioni, che sia Champions, Europa o Conference League. Ma se i bianconeri non dovessero qualificarsi sul campo, l’eventuale sanzione Uefa sarebbe da scontare alla prima occasione utile, vale a dire negli anni successivi quando la Juve tornerà a qualificarsi. E sarebbe un bel caos per la nuova dirigenza chiamata a ricostruire e a ricreare una squadra e una società vincente.
L’ipotesi di una Juve fuori dalle coppe è tutt’altro che peregrina, al di là del processo del 15 giugno: con il -10 di ieri inflitto dalla CAF, infatti, i bianconeri sono scivolati al settimo posto e lì rimasti dopo il disastro di Empoli. Settimo posto che, al momento, non garantisce l’Europa, visto che la Fiorentina può vincere domani la Coppa Italia e centrare il pass per l’Europa League. Non trovandosi tra le prime sei, ecco che la settima in classifica resterebbe a mani vuote, con il solo quinto posto valido per l’Europa League e il sesto che mette in palio la Conference League. Ai bianconeri, dunque, non resta che fare sei punti e sperare che chi sta davanti rallenti.
Oppure, tifare per le rivali: innanzitutto, con la vittoria dell’Inter in Coppa Italia, il settimo posto sarebbe indiscutibilmente valido per le coppe europee, e quello per i bianconeri è già aritmetico stando all’attuale classifica. Non solo: se la Roma dovesse vincere l’Europa League (con Fiorentina sconfitta nelle sue due finali), porteremmo cinque squadre nella prossima Champions League e in più due squadre alla prossima Europa League, da individuare, esclusa la Roma, tra la quinta e la settima posizione, che a quel punto non metterà più in palio la Conference League (coppa che sarebbe priva di italiane nella prossima stagione) ma l’Europa League.
C’è però un ulteriore caso limite: se la Fiorentina dovesse vincere la Conference League (ma perdere la Coppa Italia), diventerebbero addirittura otto le qualificate italiane alle coppe europee 2023/2023. Con due o tre pass per l’Europa League (quello appunto dei viola tramite la coppa e quello riservato a due squadre del campionato, in attesa di capire se la Roma si sarà qualificata per la Champions tramite l’Europa League), il settimo posto (o il sesto se la squadra di Mourinho dovesse vincere contro il Siviglia e arrivare settima) tornerà a mettere in palio la Conference League. In ogni caso, la Juventus ha l’imperativo categorico di qualificarsi per le coppe europee, in modo tale, eventualmente, di scontare una possibile squalifica Uefa subito e non rischiare di veder compromesse anche le prossime stagioni, già complicate in virtù del processo per la manovra stipendi che con tutta probabilità produrrà i possibili effetti sulla classifica della prossima Serie A.