Serie A

Juventus, Pjanic o Bentancur: il grande interrogativo di Sarri

Juventus, Maurizio Sarri - Foto Antonio Fraioli

I primi mesi del 2020, prima dell’emergenza Coronavirus, non erano stati di certo eccezionali in casa Juventus. Tra gennaio e febbraio la qualità delle prestazioni dei ragazzi di Sarri è stata piuttosto altalenante, fino al culmine delle difficoltà nella sconfitta a Lione in Champions League. Subito dopo però, nell’unica partita giocata a marzo, i bianconeri hanno mandato un segnale positivo battendo per 2-0 l’Inter. Tra gli addetti ai lavori in molti hanno individuato nella prestazione di Rodrigo Bentancur una delle chiavi di volta più significative della mini-svolta juventina nel derby d’Italia. Chiaramente si tratta di una semplificazione, ma il miglioramento mostrato dalla Juventus la prima volta che Sarri ha rinunciato a Miralem Pjanić per scelta tecnica in un big match resta significativo.

La critica del tifo bianconero nei confronti di Pjanić è iniziata ben prima di Juve-Inter. Il bosniaco ha effettivamente avuto un calo di rendimento tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ed è immediatamente finito sul banco degli imputati del web. I problemi del modo di stare in campo della Juve di questa stagione sono legati prima di tutto ad un aspetto corale del gioco, tanto in fase difensiva quanto in fase offensiva. In questo contesto, e ancora di più in un ruolo centrale nel sistema come quello del vertice basso di centrocampo, la prestazione del singolo in difficoltà va presa in esame con molta cautela. Non può essere un caso d’altronde che praticamente tutti i centrocampisti della Juventus di quest’anno abbiano avuto periodi di brillantezza alternati ad altri più negativi. Tutta questa premessa ci serve per dire con chiarezza che Pjanić si è già dimostrato un mediano adatto (o perlomeno adattabile) all’idea di gioco di Sarri, al contrario di come molti hanno lasciato intendere in questi giorni.

Lo snodo centrale del problema è un altro, cioè il momento di forma dell’ex Roma – da sempre un giocatore altalenante – e come questo abbia accentuato alcune lacune del gioco della Juventus che sono rimaste irrisolte nei mesi. È ovvio che Pjanić non sarà mai uno schermo ineccepibile davanti alla difesa, così com’è ovvio che non avrà mai grande dinamismo o verticalità nella gestione del pallone. Ma nei momenti migliori della Juve 2019-2020 abbiamo visto come il bosniaco possa essere un riferimento eccezionale per la squadra, in grado di mettere la sua creatività a disposizione della squadra e portarle una serie di vantaggi sul piano tattico. Per l’idea di calcio che Sarri ha in testa, solo un distributore di questa qualità permette un dominio che a tratti effettivamente Pjanić ha saputo mettere in campo. Quando però i campioni d’Italia hanno scelto di cambiare sistema, passando dal 4-3-3 di inizio stagione ad un 4-3-1-2 molto più dispendioso per tutti i centrocampisti, il primo a cadere è stato proprio il bosniaco – un giocatore autosufficiente sì, ma solo fino a un certo punto.

Così sono arrivate le prime difficoltà, la crisi e infine la scelta forte di schierare Bentancur contro l’Inter. L’uruguagio è stato effettivamente una manna dal cielo: il suo maggiore dinamismo, unito ad un’attitudine difensiva migliore rispetto a quella di Pjanić soprattutto nel pressing in avanti, ha restituito alla Juventus un buon ritmo in tutte le fasi del gioco, finendo per avere effetti positivi a cascata su tutta la squadra. In più, Sarri ha avuto così modo di liberare Ramsey e Matuidi da dispendiosi compiti in fase difensiva: sia il gallese sia il francese hanno così sfruttato la loro buona tendenza all’attacco dello spazio in verticale, la quale ben si integra con le caratteristiche degli attaccanti bianconeri (i quali per natura amano ricevere la palla in situazioni statiche). Non è un caso che gli ultimi quattro gol segnati dalla Juve in competizioni ufficiali, contro SPAL e Inter, portino tutti e quattro il segno di Ramsey – così come non è un caso che a Lione i ragazzi di Sarri siano riusciti a portare dei pericoli alla porta di Lopes solo dopo l’ingresso in campo del numero 8.

Andando oltre, possiamo dire che un cambiamento del genere è una novità nella carriera di Sarri. In qualche modo il tecnico di Napoli non aveva mai accettato compromessi sulla propria idea di gioco e quindi su un’insistente ricerca del dominio del possesso. Questo ideale, con tutte le sue difficoltà, è stato rappresentato a lungo dall’insistenza nello schierare Pjanić anche nei momenti più complicati della stagione bianconera. Scegliendo Bentancur in una partita così importante, Sarri ha scelto un profilo magari meno adatto ai suoi progetti iniziali, ma più vicino alle reali esigenze di questa squadra. Commentando a caldo Juve-Inter, Paolo Di Canio ha detto che quella dei bianconeri è stata la vittoria della “sostanza”, riferendosi proprio alla scelta di rinunciare a Pjanić e anche a Rabiot, giocatore che sta vivendo una situazione di diversa ma analoga difficoltà rispetto al bosniaco. Da un certo punto di vista, questa scelta potrebbe essere considerata una sorta di sconfitta per l’allenatore della Juventus, costretto a rinunciare ad una parte della propria visione. Il riflesso di tutto questo in campo però porta ad interpretare questa mossa più come una decisione intelligente di un allenatore sveglio.

Allo stato attuale delle cose delineare uno scenario conclusivo è molto difficile. Domani sera ricomincerà la stagione della Juventus e sarà curioso capire se e quanto questa mossa di Sarri sia stata estemporanea, oppure l’inizio di un cambiamento verso una Juve diversa, meno bella ma più aggressiva e di sostanza, appunto. O ancora capire se Pjanić possa ancora essere un elemento davvero utile a questa squadra, visto che un ritorno al ruolo di mezzala per lui – a causa di un’evidente inadeguatezza sul piano atletico – pare difficile. Pensando già in proiezione alla prossima stagione, la cessione di Pjanić (e magari anche di qualcun altro fra i suoi compagno di reparto) potrebbe permettere a Paratici di racimolare il tesoretto necessario per il tanto agognato colpo in entrata a centrocampo. Ma in questo momento parlare di mercato è prematuro: la priorità va al ritorno in campo, dove pare che la Juventus punterà ancora su Bentancur come vertice basso.

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