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Mattia De Sciglio, fresco di rinnovo contrattuale con la Juventus, ha rilasciato un’intervista a Cronache di Spogliatoio, in cui oltre a ripercorrere alcune tappe e momenti difficili della sua carriera si sofferma anche sul rapporto con Massimiliano Allegri. “Prima di parlarvi del mister, voglio dirvi una cosa: non sono il suo figlioccio. C’è un bel legame, ma lui non mi ha mai favorito. Pretende tanto da me, e sono uno di quello che massacra di più”. E sulle critiche e le infinite discussioni riguardanti i diversi modi di approcciare il calcio al giorno d’oggi aggiunge: “Il suo pragmatismo viene visto come un difetto, la gente si è messa in testa che tutte le grandi devono giocare bene. Non voglio prendere le difese di Allegri, è il mio pensiero, ma è una contraddizione. In Italia in particolar modo si tende a guardare il risultato, poi però si parla del bel gioco. E alla fine succede che spesso le due cose non vadano di pari passo”.
Il terzino dei bianconeri ha voluto anche parlare dei momenti più difficili della sua carriera, spesso condizionata da frequenti problemi fisici: “Non ho avuto problemi gravi, tutti stop brevi, però appena tornavo mi fermavo nuovamente. Sono quindi iniziate le critiche della stampa e dei tifosi, che mi hanno ferito e facevano male. Mi sono chiuso in casa, mi mancava la felicità. Ho sfiorato la depressione, uno stato in cui nessuno si accorge di entrare. Ho però imparato a lavorare con la testa attraverso un lungo percorso che mi ha permesso di capire chi sono veramente, e che se sono arrivato a certi livelli è perché me lo merito”.
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