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“Non è il dubbio, è la certezza che rende folli“. Lo scriveva Nietzsche, può essere il riassunto di Juventus-Napoli 4-3 e forse dell’inizio di stagione delle due squadre, le più serie candidate insieme all’Inter per la vittoria finale di un campionato che si preannuncia folle, appunto. All’Allianz Stadium, in occasione del big match e anticipo della seconda giornata di Serie A, si passa dal 3-0 al 3-3 fino al 4-3 per il più rocambolesco dei gol. Sette reti subite nei novanta minuti, sette per il Napoli in due partite. Sì proprio quel Napoli che ha deciso di investire 36 milioni su Manolas per regalare ad Ancelotti una coppia difensiva da sogno con Koulibaly. E se il greco ha fatto il suo con il gol che ha dato il via alla momentanea rimonta, la prestazione del senegalese è la nota più stonata e imprevedibile dell’intera partita. Prima si fa uccellare da Higuain in occasione del 2-0, poi infila Meret nel finale di gara per il definitivo 4-3 a più di un anno di distanza dal suo colpo di testa che aveva acceso i sogni Scudetto. Stesso stadio, stesso autore del gol, umore radicalmente opposto. Ma per il Napoli le note positive non latitano: la formazione partenopea parte male ma ha la forza di costruire una rimonta interamente sui tre nuovi acquisti più attesi della stagione: Manolas apre (all’eroe di Roma-Barcellona questa volta l’impresa riesce solo in parte), Lozano va in gol all’esordio e Di Lorenzo si presenta con un illusorio 3-3. Il Napoli torna a casa con la consapevolezza di essere più forte dell’anno scorso ma comunque lontano dall’immagine di una Juventus distratta ma letale e vincente.
E per un difensore centrale che torna a casa col 5 in pagella, c’è chi è addirittura riuscito a fare peggio. Nella settimana dell’infortunio di Giorgio Chiellini, la Juventus affida a De Ligt il compito di non far rimpiangere il difensore azzurro. Missione compiuta? Neanche per sogno. L’ex Ajax è la nota più stonata al termine di una serata memorabile solamente per gli sfottò dei tifosi che per la soddisfazione di Maurizio Sarri. Al fianco di Bonucci, De Ligt è apparso ancora timido, impreciso e in ritardo nelle marcature. L’immagine del leader che, a dispetto della sua età, incitava la piazza ad Amsterdam dopo la vittoria del campionato ad oggi appare lontana. Sembrava un veterano ma la carta d’identità non si discute. Mr 70 milioni ha qualità straordinarie ma ha solo vent’anni, avrà bisogno di tempo come ha avuto bisogno di ambientarsi Kalidou Koulibaly alla sua prima stagione in Italia. Ma da oggi forse Juventus e Napoli scoprono un potenziale problema nel reparto dove si sentivano più sicuri.
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