Serie A

Juventus, Marchisio: “Conte mio miglior allenatore. Allegri? Pensava potessi muovermi in autonomia”

Claudio Marchisio
Claudio Marchisio - Foto LiveMedia/Agostino Gemito

“L’addio alla Juventus è arrivato con i tempi sbagliati, ora mai è il passato. Voglio riconoscere alla Juventus che mi ha dato modo di poter scrivere insieme una parte importante di storia del calcio, io so di aver dato tutto”. Intervistato dalla Radio della Serie A con RDS, Claudio Marchisio ha raccontato la sua lunga storia d’amore con la Juventus: “È stata una vita intensa alla Juventus, tanti successi e tante sconfitte. La società è stata fondamentale nel farmi capire come si lavora tutti insieme verso un unico obiettivo, è una cosa che i dirigenti e gli allenatori già dal settore giovanile ti inculcano. Il mio idolo era Del Piero e io entro alla Juventus l’anno in cui lui arrivò dal Padova. In quel periodo giocavo nel suo stesso ruolo per poi spostarmi dietro. È stata una fortuna poter giocare con lui, averlo come compagno. Con Conte è iniziato a crearsi davvero quello che è il gruppo. Il terremoto non è stato l’arrivo di Conte, ma il suo lavoro. Partiamo per Bardonecchia, e al ritrovo a Vinovo il mister ci fece capire quanto fosse importante ricordarsi di come si vince. Ogni giorno si metteva un mattoncino nello zaino che non ti dava un peso in più, ma uno strumento in più per costruire la propria corazza. Lui ha una caparbietà pazzesca; sicuramente l’esperienza in Inghilterra l’ha cambiato, ha una capacità di dimostrare che crede in tutto quello che fa. Lo ritengo il miglior allenatore che ho avuto perché mi ha fatto crescere davvero. Anche Allegri mi ha insegnato tanto. Vedeva in me la capacità di potermi muovermi in autonomia senza avere sue indicazioni; secondo lui ero in grado in totale assenza di suo controllo di gestirmi e di impostare il gioco”.

Sul caso razzismo: “Non si è tornati a parlare di razzismo, perché c’è sempre stato. Il ruolo educativo dei genitori è fondamentale nell’influenzare positivamente i giovani. Dobbiamo essere noi i primi a ragionare in modo diverso e a trasmettere valori importanti alle generazioni future. Non bisogna aspettare l’episodio per cercare di parlarne, bisogna parlarne sempre”. 

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