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“Giocare a porte chiuse è una situazione surreale. I giocatori devono trovare delle motivazioni. Speriamo che finisca presto. Tornare qui con l’Inter? Sono un uomo di sport da 40 anni, ma sono prima di tutto un professionista che certo si lega alle società in cui è stato. Oggi mi trovo in questa società e farò di tutto per rendere felici i tifosi”. Queste le parole di Beppe Marotta a pochi minuti dal fischio d’inizio di Juventus-Inter, gara valevole per il recupero della ventiseiesima giornata del campionato di Serie A 2019/2020.
“Per quanto riguarda le competizioni europee, sono degli aspetti valutativi e giuridici diversi – ha continuato l’amministratore delegato neroazzurro -. Qualsiasi provvedimento preso dalla Figc riguarda tutte le partite italiane. Cosa diversa sono le disposizioni dell’Uefa, ma lì ci lavorano persone responsabili che sanno della difficile situazione dell’Italia”.
“Noi abbiamo riunito velocemente il consiglio della Lega prendendo spunto da quello che ci è arrivato dall’Aic e dal suo presidente – ha poi affermato Marotta -. Noi non potevamo però rinviare le partite, perché eravamo a ridosso degli eventi. La Lega non poteva in quel momento modificare un programma già stabilito. La Lega ha rispettato i decreti ministeriali. Nella notte è stato emanato un nuovo decreto, e la Lega Calcio ha rispettato questa situazione”.
SU ERIKSEN – “Le partite durano 90 minuti e l’obiettivo è di raggiungere un risultato positivo, quindi non è detto che dall’inizio bisogni fare delle scelte scriteriate. In panchina abbiamo giocatori validi”.
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