“Mi sono fatto l’idea che lo Slo della Juventus ce l’avesse con me per un post che avevo pubblicato su Facebook criticando l’aumento dei biglietti“. Parole di un ultrà della Juventus, che attacca così Alberto Pairetto. Parole pronunciate quest’oggi nel Tribunale di Torino nel corso del processo Last Banner, in cui il giovane è uno degli imputati. Il processo riguarda alcuni esponenti della tifoseria organizzata dei bianconeri, per reati che arrivano fino alla tentata estorsione, e che riguardano, seconda l’accusa, una serie di pressioni esercitate dagli ultrà nei confronti della società per non perdere una serie di agevolazioni.
L’ultrà, esponente del gruppo dei Nab, ha inoltre respinto l’accusa di essere stato coinvolto in un caso di intemperanze contro alcuni club di tifosi juventini in occasione di una partita Genoa-Juventus: “Non capisco perché dicono una cosa del genere. Mancava un’ora al calcio di inizio ed ero fuori dallo stadio a mangiare un panino con la mia fidanzata. Eppure, Pairetto mi fece sapere che c’erano stati problemi. Il punto è che tempo prima mi aveva detto che quel post sui rincari ‘non andava bene’. Gli avevo risposto che 75 euro per un biglietto in curva era troppo e che non mi importava se era per una partita contro una grande squadra: per noi ultrà andare a Madrid o a Bergamo è la stessa cosa, a noi interessa che giochi la Juve. Secondo me Pairetto se la legò al dito”, ha concluso l’ultrà.