La Juventus manca la vittoria anche nella trasferta del Bentegodi e nonostante un gol del solito Cristiano Ronaldo (una rete ogni cento minuti, anzi qualcosa meno) non va oltre il pareggio contro una delle squadre più rognose della Serie A, quell’Hellas Verona in forma e capace di mettere in difficoltà tutte le big. E così puntualmente accade anche contro i bianconeri, che giocano una partita imperniata di cinismo, sulla falsariga di quelle viste prima dell’inaspettato ko contro il Napoli, e dopo un primo tempo prudente passa con il suo trascinatore nella ripresa. Nel finale, però, il crollo verticale e il pareggio di Barak, al quale si sommano due pali dei padroni di casa e un finale ai limiti della decenza da parte della squadra di Pirlo, incapace di proporre alcune nitide occasioni per riportarsi in vantaggio.
E così, la Juventus sembra subire gli eventi piuttosto che contribuire in prima persona a scrivere la storia di questa partita: passa in vantaggio a sorpresa, poi subisce il pareggio e si smarrisce. E soprattutto, smarrisce due punti che possono di fatto estrometterla già stasera dalla corsa scudetto. L’Inter, adesso, è lontana sette punti a parità di partite giocate e domani i nerazzurri possono allungare sul +10. Un’enormità, soprattutto per questa squadra vista stasera, spenta, confusionaria, non padrona del proprio destino. Le tante assenza non giustificano la mancata vittoria, visto che le motivazioni erano tante e in ogni caso il dislivello tra le due rose resta. E per non uscire agli ottavi col modesto Porto, inutile girarci attorno, serve ben altro.
Gli scaligeri, a ogni modo, giocano una partita molto positiva e vengono fermati soltanto dal palo a inizio partita (miracoloso l’intervento di Szczesny) e dall’unico buco difensivo arrivato a inizio secondo tempo. Un altro palo nel finale insieme al meritato gol di Barak vale un 1-1 fondamentale per l’autostima di questo gruppo. Juric può ritenersi soddisfatto di quanto visto, perché questo Verona ha dimostrato di sapersela giocare letteralmente alla pari con la squadra che ha vinto gli ultimi nove scudetti e che ha una rosa dieci volte più importante di quella messa in piedi dal presidente Setti. Zaccagni, però, gioca meglio del Ramsey di stasera, Faraoni è su un altro livello rispetto a Bernardeschi, e così via. E il merito è tutto del tecnico croato.