Serie A

Juventus, il problema Matuidi nello scacchiere di Sarri

Tengono banco diverse questioni in casa Juventus. Il nuovo anno solare aveva portato una ventata d’aria fresca sui bianconeri, che in seguito alla sconfitta in Supercoppa avevano inanellato ben sei vittorie consecutive, prima di scivolare di nuovo sul campo del Napoli. Quella del San Paolo è stata probabilmente la peggior prestazione stagionale per i ragazzi di Sarri, così come di Blaise Matuidi, non a caso uno dei più bersagliati dalle critiche del tifo juventino negli ultimi giorni. In generale per il francese non è un gran periodo: dopo alcune prestazioni convincenti tra agosto e settembre, infatti, l’ex PSG è andato incontro ad un calo di rendimento piuttosto evidente. Un fatto insolito per un calciatore che ha sempre fatto della consistenza una delle proprie caratteristiche migliori, un fatto che proprio per questo potrebbe essere legato ad altre circostanze, le quali potrebbero aver influenzato in negativo il rendimento di Matuidi.

Già in estate, dal momento dell’annuncio dell’arrivo di Sarri a Vinovo, in diversi avevano avanzato dei dubbi riguardo l’impiego di Matuidi con la stessa frequenza che lo aveva reso un perno della Juve di Allegri. Il francese non sembrava possedere quei requisiti che Sarri aveva sempre cercato nelle proprie mezzali, vale a dire delle capacità di controllo nelle varie fasi del possesso palla fino ad arrivare alla rifinitura. Poi però è arrivato il campionato ed è stato lampante, sin dalle prime giornate, quale fosse l’utilità di Matuidi nell’ottica dell’allenatore della Juventus: in assenza di un sistema di pressing collettivo perfettamente codificato, la capacità di coprire tanto campo del numero 14 è servita a Sarri per compensare gli sgravi dovuti alla scarsa attitudine difensiva di Cristiano Ronaldo. In una fase di grande brillantezza da parte di tutti i compagni, le pecche di Matuidi sono state temporaneamente nascoste e compensate da alcune sue prestazioni di spessore sul piano difensivo.

Poi però c’è stato un calo della Juve, e insieme a lei di Matuidi. Dal momento in cui i bianconeri hanno iniziato a stazionare per lunghe fasi delle proprie gare all’interno della metà campo avversaria sono venuti fuori tutti i limiti del francese, le sue difficoltà a trovare la giocata risolutiva nell’ultimo terzo di campo, a saltare le linee di pressione avversarie, a gestire bene la palla in spazi stretti. Tutti problemi che, sommati all’ormai scarsa intraprendenza di Alex Sandro, rendono la catena di sinistra juventina quasi completamente dipendente dalle iniziative di Cristiano Ronaldo. Un CR7 che però in questa fase della sua carriera riceve la palla soprattutto venendo incontro piuttosto che in profondità o in velocità, rendendo quindi spesso statiche le iniziative della Juve da quel lato.

Legittimo chiedersi, a questo punto, cosa spinga Sarri a non rinunciare praticamente mai – dato di fatto – all’apporto di Matuidi. Le risposte sono molteplici: la più ovvia è che, come già detto, il 14 bianconero rimane una garanzia sotto l’aspetto della pressione individuale, ma più in generale dell’attitudine difensiva. Andando a dare una lettura più profonda, Sarri non sembra disporre di alternative molto più proficue rispetto al francese per risolvere questo rebus. Matuidi è infatti il secondo (dietro Bentancur, primo per distacco) fra le mezzali della Juventus per passaggi chiave (0,8) ed expected assists (0,05) ogni 90 minuti. Poco dietro a lui, in questi valori, troviamo il connazionale Rabiot, che fra l’altro tocca ben più palloni (50 contro 42 circa ogni partita). Insomma proprio il giocatore che dovrebbe scalzare Matuidi nelle gerarchie non riesce ad avere un’incidenza tale da convincere Sarri a rinunciare alle qualità di Matuidi stesso. Da considerare in questo confronto c’è anche il fatto che, nonostante le sue qualità tecniche non siano brillanti, il francese possiede un tempismo nell’inserimento in area di rigore perfettamente affinato negli anni, a differenza di un Rabiot che in verticale ha dimostrato di muoversi bene, ma troppo di rado.

Quale, dunque, lo scenario futuro? Sarà Matuidi la mezzala sinistra titolare della Juventus per tutto il resto della stagione? La risposta non è affatto scontata. Probabilmente Sarri si aspetta una crescita da parte di Rabiot e della sua incidenza nell’ultimo terzo di campo. Da Matuidi invece è difficile attendersi un’evoluzione molto lontana da ciò che abbiamo visto finora in questa stagione, ma più in generale nella sua carriera. Tutto ciò con l’incognita Bernardeschi sullo sfondo, provato da Sarri in posizione di mezzala con buoni risultati ma che anche lui ha dimostrato di fare fatica quando si tratta di trovare la giocata decisiva nel ruolo di trequartista. Una patata bollente per il tecnico della Juve, chiamato a cambiare qualcosa in quella catena mancina in cui oggi si vedono tanti margini di miglioramento.

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