Cristiano Giuntoli, dirigente della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, toccando vari temi a partire dall’intensa estate di mercato: “Il nostro obiettivo era abbassare il monte ingaggi e l’età media della rosa. Non c’è nessun trucco, bisogna solo fare i conti e tenere a menta la prospettiva di cinque anni. La Juve è una società che deve vincere, ma bisogna anche mantenere l’equilibrio finanziario per riportare il club dove merita. Dietro il risultato c’è anche il modo con il quale ci si arriva“.
“Pressione? Parlerei piuttosto di senso di responsabilità: l’ho avvertito appena arrivato. Non mi piace far trasparire le mie emozioni, perciò fuori prevarrà sempre la lucidità e la serenità del manager che deve prendere decisioni di testa. Personalmente sono ottimista e anche soddisfatto di com’è iniziata la stagione. Abbiamo un progetto importante, dobbiamo costruire mattone dopo mattone” ha proseguito Giuntoli.
Su Thiago Motta, invece: “Avendo fatto così bene con il Bologna non eravamo gli unici ad avere gli occhi su di lui, ma ci siamo giocati le nostre carte, sposando in toto il suo progetto di calcio. Piano B? Era un allenatore straniero che ancora esercita in Europa, ma non faccio nomi“. E sui rimpianti: “Chi non ne ha? Uno, ma per tutto il calcio italiano, è Calafiori. Bisogna interrogarsi sul fatto di non aver avuto la forza di tenere in Italia un giocatore della sua portata“.
Giuntoli ha quindi parlato dei singoli: “Vlahovic è un calciatore con prospettive importanti e non sarà mai un problema. La sostituzione all’intervallo succede nel calcio di Thiago, mentre il rinnovo è un obiettivo e lo faremo. Dusan rappresenta un patrimonio per noi. McKennie invece aveva un problema di rinnovo, ma non è mai stato fuori dal progetto“.
Infine, due situazioni delicate: “Chiesa è un calciatore molto forte al quale auguriamo tutto il bene possibile. Siamo sempre stati onesti con lui e con il suo entourage, cercando la soluzione più giusta. Rapporto con Allegri? Di questo non parlo“.