E’ già finito l’effetto Vlahovic? E’ mai iniziato? Probabilmente la risposta alla prima domanda dipende dalla seconda, e con un giusto beneficio del dubbio si può dire no e sì nell’ordine, ma questo nuovo pareggio della Juventus è un pesante campanello d’allarme. Se con l’Atalanta era importante non perdere, anche in virtù della forza d’urto dell’avversaria, col Torino, in un derby sempre molto teso e di difficile interpretazione, i bianconeri di Allegri dovevano fare quello step in più per trasformare una stagione altalenante in una buona annata con ottime prospettive nel rush finale. E soprattutto, serviva vincere, oltre che per la classifica di Serie A per la lotta Champions, anche per presentarsi al meglio nella coppa più prestigiosa di questa stagione, con il Villarreal prossimo avversario fra pochi giorni negli ottavi di finale.
Invece, arriva una pesante battuta d’arresto e due punti persi per una Juve che ha avuto grosse difficoltà a calciare verso la porta. Dybala un fantasma nel primo tempo, poi sono arrivati i soliti problemi fisici e la sostituzione nel secondo tempo, Morata da defilato non ha trovato i giusti automatismi, Vlahovic ha toccato pochi palloni e li ha sbagliati, facendo fare un figurone al solito Bremer, dopo aver fatto prendere otto anche a Demiral. La prestazione, la voglia, il gol contro il Verona e quella magia col Sassuolo (che poi era un autogol col suo tiro destinato alla bandierina della rimessa laterale) potrebbero aver fatto perdere il senso della realtà: non basta un Vlahovic, o uno Zakaria, oggi decisamente fuori partita, per stravolgere un’annata complicata in cui la squadra fa un passo avanti e subito uno indietro. Chi pensava il contrario, è stato subito smentito. I meriti vanno anche a un Toro voglioso con Belotti che torna in campo dopo tre mesi e torna al gol dopo quattro, e che può ora decidere la lotta Champions, visto che il recupero dell’Atalanta è proprio contro la squadra di Juric. E gli infortuni devono preoccupare in casa juventina: Rugani nel riscaldamento, Pellegrini che prende il suo posto all’intervallo, poi anche Dybala con le solite noie fisiche. Proprio nel momento clou della stagione, quello in cui si traccia un confine netto che divide il tutto dal niente. E questo pareggio nel derby rischia di avvicinare al niente.