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Con la decisione del CONI, che ha rimandato la sentenza sulla Juventus alla Corte d’Appello della FIGC (senza, dunque, giungere ad una conclusione definitiva sul caso), si inizia a porre il problema relativo alla presenza o meno dei bianconeri alle coppe europee nella stagione 2023/2024. Ad evindeziare il problema è proprio ‘La Gazzetta dello Sport’ sul suo sito web ufficiale, nel quale si precisa che “se i tempi dell’inchiesta sulle plusvalenze si allungheranno, Nyon non attenderà i nostri giudici ma deciderà autonomamente il destino della Juve con la sua inchiesta parallela. Certo la condanna dei dirigenti e la conferma del comportamento “antisportivo” non aiutano i bianconeri: il rischio è restare fuori dall’Europa almeno un anno. Vincere l’Europa League non cambierebbe niente per i giudici di Nyon, ma sarebbe fondamentale per non scontare un’eventuale squalifica tra due anni, allungando così il purgatorio”.
Perché questo discorso? Innanzitutto, va detto come l’eventuale squalifica per un anno dalle coppe sarebbe, secondo regole UEFA, da scontare nel scorso della prima stagione utile, ossia alla prima stagione in cui la squadra si qualifica alle competizioni internazionali. Qualora, dunque, la Juventus non riuscisse a figurare nella lista delle coppe europee per la stagione 2023/2024, la squalifica non potrebbe essere scontata e diverebbe valida per il 2024/2025, con i torinesi che, nel prossimo campionato di Serie A, si troverebbero dunque a competere solo e soltanto per l’obiettivo scudetto, senza chance di qualificarsi per la Champions League.
“In ogni caso il Collegio di garanzia del Coni ha confermato le condanne dei dirigenti e l’antisportività (il famoso articolo 4) – scrive ancora la Gazzetta –: sono attese una nuova motivazione e una penalizzazione ridotta. Se però la giustizia italiana andasse a rilento, sarà allora la commissione del Fair Play Uefa a decidere. Punti fermi, dicevamo, la condanna dei dirigenti e l’antisportività acclarata. Ma dal punto di vista Uefa ci sarebbe altro. La Juve ha infatti patteggiato sul Fair Play perché era fuori dai parametri. Se l’inchiesta dovesse dimostrare che le cifre comunicate sono false, il patteggiamento non sarebbe stato concesso. O forse non a quelle condizioni. Praticamente impossibile sfuggire a una punizione”. Cosa succederà? Nessuno ora sa dirlo con esattezza.
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