“Il lockdown ha interrotto sul più bello un percorso che la squadra stava facendo con il nuovo allenatore. Per imporre un nuovo modello di gioco ci vuole tempo e quando sembrava che l’ingranaggio avesse cominciato a funzionare è arrivato lo stop. Riprendere adesso non è facile e rispetto alla gara con l’Inter, dove la Juventus mi era piaciuta, ho visto un passo indietro”. Evelina Christillin non ha mai nascosto il suo tifo per la Juventus e nel corso di un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport il membro aggiuntivo del comitato esecutivo dell’Uefa ha analizzato a trecentosessanta gradi il momento delicato che sta vivendo la squadra bianconera, reduce dalla finale di Coppa Italia persa contro il Napoli che fa il paio con la Supercoppa andata alla Lazio a dicembre: “Abbiamo un po’ la pancia piena e quindi meno motivazioni, perché il carniere è pieno dopo 8 scudetti, 4 Coppe Italia e due finali di Champions. Dopo un grande inizio – ha aggiunto – c’è stata un’involuzione e il sarrismo si è visto solo a sprazzi. Siamo in una fase di confusione: non è la Juve risultatista di Allegri, che a molti non piaceva ma a me sì, ma non vedo neppure la fantasia al potere”, spiega la dirigente torinese.
A finire nell’occhio del ciclone è stato proprio il tecnico Maurizio Sarri, ma la Christillin esorta i tifosi ad attendere la fine della stagione prima di tirare le somme: “Criticare a priori è sempre sbagliato, Sarri come tutti deve essere giudicato in base ai risultati e non è ancora arrivato il momento. Le somme si tireranno ad agosto, dopo il campionato e la Champions League. Certo è che se la stagione dovesse finire senza titoli sarebbe inevitabilmente deludente”. Discorso analogo per Cristiano Ronaldo, sembrato lontano parente da quello che in inverno sembrava essere tornato a essere un’infallibile macchina da gol: “Quando si parla di lui l’asticella è sempre molto alta. Ci si aspetta che risolva tutte le partite – ha aggiunto – ma anche lui è umano. Trovo ingeneroso prendersela con lui per un rigore sbagliato e due partite sotto tono. Non può sempre essere stellare. Finora la sua stagione è stata positiva e non è mica finita qui”. La Christillin frequenta i salotti Uefa e aveva già anticipato alcuni giorni fa la scelta di concludere la Champions League con le final eight in un’unica città, Lisbona: “Sarebbe stato meglio se le avessero chiamate solo eight, perché la parola final non ci porta molto bene – scherza la dirigente Uefa – Passare il turno è alla nostra portata e se ci qualifichiamo possiamo giocarcela, perché in gara secca può succedere di tutto. La Uefa ha fatto un lavoro pazzesco, non sarà la solita Champions, ma questa formula è molto attraente: sarà come vivere un Mondiale. E chissà che la novità non porti bene alla mia Juventus”.