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Gianluigi Buffon si è raccontato durante una lunga diretta Instagram sulla pagina di Randstad Italia insieme all’ex pallavolista Giacomo Sintini. Il portiere della Juventus ha affrontato vari temi legati alla sua carriera da calciatore e non solo. Riguardo agli inizi, il numero 77 bianconero spiega: “Per me giocare a calcio è stato molto naturale, una cosa dettata dall’istinto. Mi è servito per entrare in sintonia con gli altri, è diventato un lavoro quando sono diventato un numero uno perchè a quel punto avevo l’obbligo di mantenere certi standard di rendimento sia verso me stesso che gli altri.”
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Buffon spiega anche il motivo di questa sua straordinaria longevità, a pochi giorni dal rinnovo con la Juventus anche per la prossima stagione: “Negli ultimi anni ho ritrovato la gioia di allenarmi, pensavo che il lockdown avrebbe influito negativamente su questo aspetto e invece mi è bastata una settimana per tornare in piena forma. Perchè continuo? Perchè sono un competitivo e so di potermi migliorare, non mi sento appagato. Devo far pace con me stesso, se ripenso agli ultimi 12-13 anni mi accorgo di essermi goduto poco le vittorie e di aver vissuto troppo le sconfitte. Devo cambiare altrimenti rischio di non ritirarmi più.”
Sul rapporto con l’errore: “Sono molto autocritico, un po’ come lo studente che rifiuta il 29 per prendere 30. Però sbagliare è umano, il calcio è una sfida continua e l’errore ci può sempre stare.” Interessanti anche le parole sul rapporto con i più giovani dello spogliatoio: “Devo fargli vedere che mi piace scherzare, a volte mi comporto come un ventenne e rimangono sbigottiti. Bisogna trovare un’empatia e un dialogo con tutti, i giovani devono assolutamente avere umiltà ma anche la voglia di migliorare di continuo.”
Infine sul futuro: “Penso che quando smetterò per prima cosa mi prenderò un anno sabbatico, per chiudere alcuni cassetti. Vorrei imparare meglio l’inglese e il francese e poi vorrei finire il quinto anno a scuola.”
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