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“Se nella recente intervista ho detto ‘tolgo il disturbo’ l’ho fatto solo cercando di far capire che nonostante io sia da vent’anni alla Juve gioco qui ancora come se fossi l’ultima ruota del carro. Per indole so stare il giusto e non risultare pesante, è il mio modo di vivere la vita e il calcio. Alla Juve ho dato tutto e ho ricevuto di più. Se sono qui è merito di quello che ho imparato in questa squadra”. Lo ha detto il portiere della Juventus, Gianluigi Buffon, dopo la vittoria contro il Sassuolo propiziata da un rigore parato, proprio a poche ore dall’annuncio del suo addio definitivo ai bianconeri: “Fra le decine di motivazioni per le quali sono tornato e ho deciso di farlo da secondo portiere c’è quella di mettermi alla prova come uomo – commenta l’estremo difensore classe 1978 ai microfoni di Dazn – Sono sempre stato un leader e ho sempre confortato chi non giocava. Mi sono dunque messo alla prova per vedere se riuscivo a interpretare il ruolo del secondo portiere. Se un giorno dovessi fare l’allenatore avrò la forza di dire a un mio giocatore che può stare in panchina perché ci sono stato già io”.
Futuro ancora tutto da decidere per Buffon: “Il futuro? Nulla da nascondere, sono arrivato alla Juve da ragazzo e questo percorso di vent’anni è stato bellissimo. Ora mi prendo 20-25 giorni, ho avuto un po’ di offerte. Voglio vedere se ho l’entusiasmo e la forza e poi valuterò le singole proposte”. Il portiere analizza anche le difficoltà di questa stagione: “Quest’anno è una Juve forte, però delle volte discontinua e questo fa sì che abbiamo perso dei punti impensabili per strada. Cinque con la Fiorentina e altrettanti col Benevento – ricorda Buffon – partite che prima noi non perdevamo mai. Con dieci punti in più ci giocavamo lo scudetto, contro le grandi ce la siamo giocata con tutte”.
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