Serie A

Juventus, Bremer: “L’Inter mi voleva? Ora sono dalla parte giusta”

Gleison Bremer Juventus
Gleison Bremer - Foto LiveMedia/Claudio Benedetto

“Se penso mai che avrei potuto giocare all’Inter? No, sono dalla parte giusta”. Con queste parole Gleison Bremer accende il big match di domenica che vedrà la sua Juventus sfidare la capolista Inter a San Siro. “L’anno scorso abbiamo giocato ogni tre giorni, c’era la Champions, era difficile anche per me che venivo dal Torino. Giocare ogni tre giorni, se non stai bene fisicamente, è complicato. Sto facendo bene e ho molta più confidenza in me stesso. Quest’anno è arrivato il direttore Giuntoli e ha portato molta serenità”, ha aggiunto in un’intervista esclusiva disponibile su Dazn da oggi nella nuova puntata di ‘My Skills’. L’ex centrale granata – ora punto fermo della difesa juventina – racconta il suo inserimento in bianconero: “Giorgio Chiellini mi ha suggerito di guardare molti video e di conoscere molto bene l’avversario – svela il 26enne difensore verdeoro – La Juve mi aiuta tanto in questo, ho anche una persona in Brasile che mi segue. Ci sono attaccanti che non si possono mai lasciare tranquilli, come Osimhen e Lukaku, loro sono di livello internazionale. È importante far ‘innervosire’ l’attaccante, perché poi in pochi rimangono concentrati tutta la partita”. Sugli allenamenti con Vlahovic: “Dusan è un attaccante fisicamente forte, quando giochiamo insieme in partitella gli do molti consigli. È bravo e sta migliorando tanto. Anche Yildiz è un bell’attaccante, in allenamento entriamo duro su di lui, ma non si lamenta e continua a giocare. Ha grande forza nelle gambe e può fare una bella carriera”. Ora la testa è sul big match contro l’Inter: “Sarà un duello fino alla fine. Fare risultato a Milano non è mai facile. Secondo me chi vince, non vince il campionato perché ci sono ancora tante partite, però è un passo importante“. Bremer, infine, ammette che “ci sono tanti difensori forti in circolazione, come Van Dijk. Lui è due gradini sopra di me perché ha vinto la Champions e gioca in un campionato tosto come la Premier League. Alla fine, quando un giocatore si ritira, contano solo i trofei vinti, se non hai vinto niente non puoi dire di esser stato il migliore”.

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