“McKennie è recuperato e oggi ha lavorato con la squadra, Alacaraz è fuori, Vlahovic squalificato e Rabiot dovrebbe rientrare la prossima settimana, ma abbiamo i giocatori giusti per affrontare questa partita contro una squadra fisica, tecnica e che non battiamo in casa da cinque anni. Se è decisiva? Assolutamente no”. Lo ha detto il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri in conferenza stampa alla vigilia della sfida con l’Atalanta, in programma domani alle 18 all’Allianz Stadium. “Le assenze non pesano, domani Milik farà molto bene e abbiamo recuperato Kean – aggiunge -. Dobbiamo vedere le cose in maniera positiva”. “In questo momento della stagione i punti sono molto pesanti e giochiamo contro una squadra in lotta per i primi quattro posti – spiega Allegri -. A Napoli abbiamo fatto una buona partita, ma non abbiamo portato punti. Domani dobbiamo fare un’ottima gara e cercare di fare risultato. Se sono preoccupato? No, Siamo dispiaciuti perché in questo mese abbiamo lasciato per strada diversi punti. Siamo nella parte finale della stagione. Siamo secondi e stiamo lottando per uno dei primi quattro posti e siamo in semifinale di Coppa Italia. Gli obiettivi che ci eravamo prefissati per questo periodo li abbiamo raggiunti. Adesso dobbiamo essere bravi ad arrivare in fondo facendo il meglio possibile”. Poi si sofferma sui singoli: “Yildiz sta meglio e lo vedo in allenamento. Lui è giovane e molto bravo, sarà utile da qui fino alla fine stagione. Nicolussi Caviglia e Nonge sono altri due calciatori giovani: il primo è un giocatore di affidamento, ha fatto bene quando è stato chiamato in causa. Nonge sa giocare bene a calcio, ma deve crescere come è normale che sia. Il cambio a Napoli? Servivano giocatori forti di testa a tre minuti dalla fine”.
“Non può vincere lo scudetto sempre una squadra – conclude -. Questo club ha vinto nove volte di fila poi c’è stato un cambio generazionale e si è iniziato un percorso con una squadra con un’età media più bassa e in linea con le richieste della società . L’importante è entrare in Champions tutti gli anni, per il calcio italiano – per le squadre italiane – vuol dire il 30% del fatturato, per la Juve il 20. E non è facile entrarci, ci sono sempre 7-8 squadre che lottano”.