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Maurizio Arrivabene, amministratore delegato della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, poche ore dopo la dolorosa eliminazione dalla Champions League. “L’obiettivo di questa stagione era il passaggio agli ottavi e il posto Champions per la prossima. L’uscita è stata spiacevole in assoluto, ma non cambia di una virgola i nostri piani” ha detto Arrivabene. L’ad bianconero si sofferma poi sul rinnovo di Paulo Dybala, spiegando di aver trovato l’accordo per il rinnovo in autunno. Poi però la situazione è cambiata, per via dei 4 comandamenti: “L’aspetto tecnico, il numero delle presenze effettive, la durata del contratto e il valore economico attribuibile al singolo giocatore. Parametri che devono essere rispettati. Vediamo come si presenta Paulo, nulla è deciso. Mi deve credere“.
Arrivabene torna anche sull’operazione Dusan Vlahovic di gennaio (con un esborso solo per il cartellino di oltre 75 milioni di euro). “Attorno a Dusan c’erano dei movimenti, in particolare di club stranieri – ha spiegato l’ad della Juve -. Abbiamo considerato che se ci fossimo spinti fino a giugno probabilmente non saremmo risultati competitivi nella sempre meno ipotetica asta con inglesi e spagnoli. Abbiamo verificato se ci fossero le condizioni per prenderlo subito, individuato le eventuali uscite in grado non dico di pareggiare l’investimento ma di renderlo sostenibile e nel preciso momento in cui i conti sono tornati abbiamo esposto il piano a Andrea e subito dopo al CdA, che l’ha autorizzato”.
“I passaggi successivi sono stati l’incontro con Joe Barone, al quale abbiamo presentato l’offerta scritta, e poi, ottenuto il sì della Fiorentina, quello con gli agenti di Dusan” ha aggiunto Arrivabene, specificando che l’accordo con gli agenti non c’era ancora, contrariamente a quanto detto da alcuni: “Non è affatto vero, questo è un falso assoluto. Siamo un’azienda quotata e non ci possiamo permettere stravaganze. Ci siamo mossi soltanto dopo aver ottenuto il placet della Fiorentina. Abbiamo rischiato di finire sotto ricatto, certo, ma eravamo forti del consenso del giocatore che voleva solo la Juve. Tutto è stato fatto con la massima trasparenza secondo le regole“.
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