L’assenza di impegni europei in stagione non offre alcun vantaggio ad una squadra nel percorso in campionato. A ribadirlo è Massimiliano Allegri, confermando la sua tesi alla vigilia del match contro il Milan, valevole per la 34esima giornata di Serie A: “La Juve per cinque anni ha vinto cinque scudetti, giocato due finali di Champions, vinto quattro Coppe Italia ed è sempre arrivata in fondo giocando 55 partite. Marotta dice il contrario? All’inizio il direttore, a cui faccio i complimenti per il lavoro svolto, doveva per forza dire così, ma i fatti dicono tutt’altro”. L’Inter è campione d’Italia con cinque giornate di anticipo e Allegri evita di rispondere a chi chiede cosa manchi alla Juve per colmare il gap: “A questa domanda sarebbe più giusto che rispondesse la società che fa il mercato. Io faccio l’allenatore, posso solamente dire che la cosa più importante è essere concentrati. La Champions è un obiettivo importante dal lato tecnico ed economico. Dobbiamo essere concentrati su quello che dobbiamo fare. L’Inter? Quando dicevo che era la squadra più forte, venivo preso per matto”, le parole del tecnico che poi si sofferma sul campo. “Bremer ha avuto un problemino a Cagliari, ma sta bene. Chiesa o Yildiz? Stanno bene entrambi. Federico ha giocato un po’ di più e a Roma (contro la Lazio, ndr) ha fatto una buona partita, mettendosi a disposizione della squadra. Deciderò domani mattina”. E su Vlahovic e le sue ambizioni: “Il fatto che ambisca a vincere il Pallone d’oro credo sia normale – spiega Allegri -. Ognuno di noi deve avere l’ambizione di ottenere il massimo. Dusan è migliorato molto da quando è arrivato alla Juventus, sta trovando il suo equilibrio interiore anche quando le cose gli vengono meno bene. Deve rimanere dentro alla partita, in ogni momento può arrivare la palla giusta”.