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La Juventus ha “commesso degli errori” nel rapporto con gli ultras per la gestione dei biglietti e degli abbonamenti, ma l’ha fatto in buona fede. E per risolvere il problema serve l’aiuto delle istituzioni. Questi, in sintesi, i messaggi lanciati oggi pomeriggio dal presidente bianconero Andrea Agnelli davanti alla commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi.
Un lungo confronto, durato oltre due ore, nel quale il numero uno della Juventus ha ribadito in sostanza quanto dichiarato la scorsa settimana nella testimonianza al processo “Alto Piemonte” di Torino. “Non ho mai incontrato Dominello da solo – ha confermato Agnelli – E soprattutto né io né i miei dipendenti sapevamo chi fosse. Non lo abbiamo scelto come interlocutore, lo ha individuato la curva. La questura non sapeva chi fosse, perché avrei dovuto saperlo io? Dovevo scoprirlo su Google? Noi volevamo soltanto mettere ogni persona al suo posto, abbiamo fatto una distribuzione dei tifosi concordata con la questura: per questo mi sentivo tutelato, invece è scattato l’allarme”.
La Juventus ha agito dunque in buona fede e con il sostegno delle istituzioni. Che però, secondo Agnelli, dovrebbero fare di più per aggredire un problema irrisolto, “un quadro – come ha più volte sottolineato Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia – che presenta seri elementi di preoccupazione sotto molti punti di vista”. “Il bagarinaggio sicuramente va contrastato”, ha dichiarato Agnelli, che ha anche trovato una spiegazione a quanto accaduto alla Juventus nella gestione di biglietti e abbonamenti. “La responsabilità iniziale è lo stadio troppo piccolo – ha osservato il presidente bianconero – Siamo stati colti di sorpresa nel dover gestire un impianto sold out tutte le domeniche: nella volontà di organizzare il tifo in modo corretto, si è lasciato spazio a persone che hanno interesse a lucrare sulla vendita dei biglietti”.
Riconosciuto il problema, Agnelli ha provato anche a consigliare una soluzione. “Pregherei il ministero dell’Interno di dare un suo contributo – ha sottolineato il presidente della Juventus – Bisognerebbe aprire un tavolo di dialogo con tutte le componenti, è fondamentale. Da qui a settembre dobbiamo avere delle risposte chiare: dobbiamo fare in modo che ognuno sieda al suo posto anche nelle curve, chi paga il biglietto deve potersi godere lo spettacolo. Bisogna presidiare le curve con gli steward e, in caso di reati, avere un giudizio immediato in stile inglese. Non si capisce perché il Gos debba dare l’indicazione di non presidiare le curve: noi come Juventus siamo pronti”.