La carriera di Alessandro Gabrielloni: dai campi della Serie D al gol nel massimo campionato contro la Roma, il Como come filo conduttore
E pensare che l’unica grande concessione della scherma al calcio, in quel di Jesi, è stata rappresentata fino ad ora da Roberto Mancini. Non certo uno qualunque, ma un tecnico e un ct capace di vincere in Inghilterra con il City e di riportare l’Europeo a Casa Italia. Per il resto il centro marchigiano è stato solo e soltanto Stefano Cerioni, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, Elisa Di Francisca, fioretti e medaglie olimpiche come se piovesse: e a vegliare sul loro talento il grande Maestro Ezio Triccoli.
Dopo Como-Roma 2-0 il calcio è tornato a bussare alla porta dell’olimpo degli sportivi jesini e il posto in più va assegnato di diritto ad Alessandro Gabrielloni, 30 anni e l’orgoglio di aver partecipato alla vittoria della squadra di Fabregas da attore protagonista. E l’assonanza è calzante a maggior ragione ad cospetto di un pubblico come quello vip che si vede spesso al Sinigaglia e comunque al seguito del Como: contro il Parma era stato avvistato Hugh Grant, nella sfida alla squadra di Ranieri la tribuna era un red carpet hollywoodiano con Adrien Brody, Keira Knightley e Michael Fassbender.
Bene, Gabrielloni ha una storia da favola dal momento che il suo primo gol in A ha coinciso con il 52° centrato con la stessa maglia, ma – e questo colpisce ancora di più – segnando in tutte le categorie dalla D alla A. E già , Alessandro con i lariani ha vissuto i quattro campionati e tre promozioni mettendo la maglia del Como 204 volte. Davvero una storia di amore e appartenenza che colpisce, per quello che oggi è un uomo, ma che da bambino questo traguardo – il massimo campionato dello sport amato sin da piccolo – lo aveva promesso alla mamma.
Alessandro ha tre fratelli e una sorella, una famiglia molto unita che lo ha sempre seguito, inseguendo insieme a lui il sogno: la Jesina, le giovanili dell’Ancona che poi fallì, il ritorno alla Jesina, poi la Maceratese, il Taranto, il Martina, il Campobasso, la Cavese e il Bisceglie. Sei anni fa il Como. Ha sempre fatto i suoi gol Gabrielloni: a Taranto, dove sono devoti a San Gabriele, giocando sul suo cognome avevano persino creato dei santini che lo raffiguravano.
E se fino a domenica la grande emozione della sua carriera era sicuramente stata quella di trovarsi tra le braccia di Thierry Henry, mentre piangeva di commozione per la promozione in A (il grande asso francese aveva preso l’1 per cento del club appoggiando e credendo fortemente nel progetto della nuova proprietà ) ora il gol alla Roma e l’assist per il raddoppio rappresentano inevitabilmente qualcosa che un posto nel cuore deve prenderselo per forza.
Gabrielloni, l’idolo Del Piero e la passione per la NBA
Gabrielloni da piccolino dovette sostenere una lieve correzione del piede con un gessetto: evenienza che visse senza rinunciare mai al pallone, creando magari un po’ di apprensione alla famiglia per la perfetta riuscita dell’azione correttiva consigliata dai medici. Ma al tempo stesso dava la misura di una passione travolgente, di cui si sono tutti resi conto subito. A 30 anni è arrivato il giorno per prendersi una grande soddisfazione personale.
Il modello? Da sempre Alex Del Piero, che gli inviò un messaggio di auguri nel giorno della laurea in Economia, ottenuta in pieno lockdown con la tesina sul “Cambiamento demografico e le implicazioni macroeconomiche in Italia”. D’altra quello del cuore bianconero è un marchio di fabbrica di famiglia, tante volte da bambino e da ragazzo Alessandro è partito per andare a vedere la Juve da tifoso. Spesso dal punto di vista tecnico c’è chi lo ha paragonato ad Andrea Belotti, anche per le caratteristiche fisiche, sicuramente Lautaro è un modello di bomber che al ragazzo di Jesi piace davvero tanto.
Oltre il calcio c’è il basket, dall’NBA a tuto quanto riguarda la palla a spicchi, una vera e propria passione. Come la lettura e se c’è da rilassassi un po’ le carte con i compagni di squadra in ritiro. La felicità per Alessandro Gabrielloni è sicuramente il gol, per uno che fa il suo mestiere, quello di attaccante. Ma per un ragazzo come lui, così attento ai valori, anche i pranzi di famiglia hanno il loro perché. Ce ne sarà al più presto uno per festeggiare questa domenica speciale, gol e assist a Como-Roma.