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“Gli avversari più forti? C’era una coppia del Torino che mi rompeva sempre (ride): Pulici e Graziani. Il mio maestro è sempre stato Lido Vieri, anche se il primo portiere che ho seguito è stato Roberto Anzolin della Juventus. Ho avuto anche la fortuna di incontrarlo”. L’ex portiere di Inter e Sampdoria, nonché campione del mondo 1982, Ivano Bordon si racconta in un’intervista a ‘Gli eroi del calcio’. L’ex estremo difensore, autore dell’autobiografia In Presa Alta – Le parate di una vita di un portiere gentiluomo d’altri tempi, ha parlato della sua esperienza in nerazzurro: “Ho avuto la fortuna di entrare nel gruppo della Grande Inter e tutti quei fenomeni si sono dimostrati, oltre che grandi giocatori, anche grandi uomini perché aiutavano i giovani ad inserirsi nel contesto. Ero più legato, nonostante l’eta, con il mio maestro Lido Vieri, con Mazzola, con Burgnich, con Boninsegna, con Suarez, con Gianfranco Bedin (veneto come me), con Corso e con Giacinto Facchetti (con il quale ci vedevamo spesso anche fuori dal campo). Il giovane che entrava in prima squadra aveva un grande rispetto per i calciatori più navigati. Ricordo che davo del Lei all’inizio e, a volte, aiutavo anche i magazzinieri a portare le borse sul pullman”. E sulla finale con l’Ajax: “Purtroppo giocammo a Rotterdam, casa loro. Il primo tempo non abbiamo subito molto. Nel secondo tempo mi scontrai con Oriali e Cruijff ci fece il primo gol. Poi segnò il raddoppio di testa. Cruijff lo marcava Lele (Oriali) a uomo e vidi che, dopo una serie di stop e ripartente dell’olandese, incespicò. Quei movimenti li ho rivisti fare soltanto a Ronaldo Il Fenomeno“.
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