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L’arbitro Massimiliano Irrati è intervenuto a La Domenica Sportiva, andata in onda nella serata di sabato 3 aprile, per rispondere ad alcune domande scritte dagli appassionati. Subito una domanda riguardo al Var e in particolare circa la possibilità di introdurre la chiamata da parte degli allenatori, come accade in altri sport quali NBA e NFL: “Sì perché no, è già stato preso in considerazione. Ci possono essere delle criticità perché il Var e l’arbitro vanno spesso a decidere su situazioni soggettive e discrezionali e potrebbe crearsi un contrasto con il coach. Questo può senz’altro essere uno sviluppo e ogni idea è ben accetta. L’allenatore poi magari si potrà avvalere di un tecnico“.
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“Come cambia la preparazione tra quando scendete in campo e quando invece andiamo al Var? Cambia assolutamente, la preparazione dell’arbitro inizia qualche giorno prima ed è finalizzata allo sforzo fisico, mentre al Var lo sforzo è psicologico” ha spiegato il fischietto, “se quando sei l’arbitro puoi scaricare l’adrenalina sul campo, al Var il processo è inverso: ne accumuli meno prima del match ma non hai uno sfogo e quindi l’accumuli durante la partita“.
“Lavorare al Var è diverso da arbitrare una partita. L’arbitro gestisce mille cose e fa anche uno sforzo fisico, quello del Var è più mentale”, continua il fischietto toscano: “La tv amplifica la forza col quale sembra fatto un intervento. Se ‘studiamo’ i calciatori? Certo, ogni giocatore ha le proprie caratteristiche e chiaramente arbitrando da diversi anni nella stessa categoria è normale conoscersi”. Il miglior Var italiano difende ulteriormente la tecnologia: “Noi tutti lo consideriamo utile, toglie diverse situazioni che prima potevano rovinare la prestazione, magari per un fuorigioco di 20 centimetri”.
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