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“Quella del Var è un’attività talmente specializzata che serve farlo il 100% del tempo. Un Var deve essere stato arbitro di alto livello, o almeno della stessa categoria in cui viene designato. Ma anche Uefa e Fifa hanno preso questa strada, da Elite fai solo una delle due cose”. Massimiliano Irrati da questa stagione non è più arbitro di campo ma soltanto al Var. Il 46enne toscano ha analizzato a Repubblica gli aspetti psicologici di trovarsi davanti al monitor mentre si è ancora arbitri di campo: “Quando sei arbitro pensi a quello, ma poi se vai a fare il Var puoi essere focalizzato anche sull’aspetto arbitrale: non dico che giustifichi la decisione presa sul campo, ma rischi di solidarizzare con lui e anche se la decisione è sbagliata dici: ‘So cosa si prova, non voglio rovinargli la giornata’. Non serve assolutamente questo. Serve tecnica arbitrale e una distanza che il terreno di gioco non ti dà, perché è passione, coinvolgimento emotivo. E il Var deve eliminare queste componenti quanto più possibile”.
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