L’Inter è cinica e sparagnina, vince a fatica e senza strafare, ma al contempo senza soffrire più di tanto contro un buon Verona. A San Siro i nerazzurri rialzano la testa dopo il pesante pareggio in casa del Monza e replica nel punteggio la vittoria contro il Napoli, un 1-0 anche con l’Hellas che per altri versi era comunque una rivale di tutto rispetto e difficile da affrontare. Inzaghi, scottato da quanto accaduto sette giorni fa, nonostante le stanchezze autoindotte in Coppa Italia, chiede evidentemente ai suoi di gestire diversamente l’arco dei novanta minuti, e soprattutto il vantaggio arrivato agli albori con il solito Lautaro Martinez, implacabile anche e soprattutto da campione del mondo.
Averla sbloccata subito ha dato una grossa mano all’Inter, che ha potuto così impostare tutt’altra partita. L’Hellas si è inevitabilmente dovuto affacciare in avanti fin da subito, lo ha fatto con discreta personalità ma senza mai sporcare i guanti a Onana. Allo stesso tempo, va detto anche nemmeno Montipò è stato chiamato in causa più di tanto, perché l’Inter passa più tempo a girare palla coi tre difensori e col portiere che a cercare di arrivare in attacco a cercare il raddoppio. Evitare l’1-1 prevale sul vincerla di goleada, ed evidentemente al momento questa squadra, peraltro con tante assenze come quelle di Barella (poi entrato nel finale), Brozovic, Dumfries (scelta tecnica) e Lukaku, che comunque non viene fatto rimpiangere da chi gioca lì davanti, è stanca e deve vincere d’inerzia.
L’importante era portarla a casa, e così è: il Verona può uscire soddisfatto per la prestazione e per aver perso di misura, e la prossima col Lecce sarà fondamentale. La prossima, per i nerazzurri, è già mercoledì, ed è una delle partite più importanti della stagione: ci si gioca un trofeo, il primo dell’anno e con lo scudetto distante dieci punti, battere i cugini del Milan in Supercoppa Italiana in salsa araba diventa uno snodo cruciale.