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L’Inter torna dominante a Monza, altro che corto muso: segnale scudetto e per la Supercoppa

Simone Inzaghi
Simone Inzaghi, Inter - Foto Fabrizio Carabelli / IPA Sport

Dopo un lieve appannamento e qualche polemica di troppo, l’Inter torna dominante a Monza e con roboante 1-5 lancia l’ennesimo segnale importante al campionato. Altro che corto muso: è già il quinto match vinto con quattro gol di scarto in questa stagione, dal 4-0 con la Fiorentina al 5-1 con il Milan, passando per il 4-0 con la Salernitana e il 4-0 con l’Udinese, fino alla grande vittoria di oggi, nitida nel punteggio e anche nelle occasioni, dopo un avvio splendido e aggressivo in cui è arrivato il rigore di Calhanoglu col Var per l’ingenuo e netto fallo di mano dell’ex Gagliardini, oggi disastroso, e il raddoppio col solito affamatissimo Lautaro Martinez.

Tutto in quarto d’ora: il Monza è del resto la squadra che ne ha subiti di più in questo lasso di tempo iniziale, ora addirittura nove. E i ragazzi di Inzaghi vanno a nozze, rischiando invece tra la mezzora e l’ora di gioco: qui c’è un gol di Pessina annullato col Var per fuorigioco e qualche errore di troppo, poi ci pensa Calhanoglu a inizio ripresa a chiudere un gran contropiede con la rete su azione che certifica la prima doppietta nella sua carriera in Serie A. Tris e partita finita: Pessina la riapre dal dischetto (di nuovo ingenuo Darmian), ma dura pochissimo il tentativo di arrembaggio dei brianzoli, perché anche il capitano nerazzurro vuole la doppietta e la ottiene, e nel finale c’è anche il sigillo di un sempre devastante Thuram.

Cronaca di una vittoria di dominio, da capolista, da candidata seria allo scudetto, al di là della resistenza strenua della Juventus. I due rigori c’erano stando al regolamento, il gol di Pessina del primo tempo era effettivamente in fuorigioco, non ci sono polemiche che tengono. E ora c’è la Supercoppa Italiana: per vincerla di nuovo, sarebbe la terza di fila, Inzaghi non deve trionfare in una finale secca, ma passare prima dalla Lazio in semifinale. Si moltiplicano le difficoltà, ma questa squadra ha una rosa ampia ed è del tutto focalizzata verso grandi obiettivi. Problemi di sterilità offensiva invece per i padroni di casa: Palladino è un killer contro le piccole, con le big si fatica troppo e bisogna provare ad avere più coraggio.

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