Guardando la classifica, non ci può essere storia. Primo posto, a punteggio pieno, con il derby vinto come biglietto da visita, per l’Inter di Inzaghi sembra scontato un successo in casa del derelitto Empoli, partito con quattro sconfitte su quattro, reduce dal devastante 7-0 subito a Roma e senza nemmeno un gol all’attivo in un mese di campionato. In campo, però, non ci va la carta, ma i giocatori e tante storie che si intrecciano. A cominciare dal fatto che i toscani, in modo comunque sorprendente, hanno deciso di cambiare subito: fuori Zanetti, protagonista di una buona salvezza lo scorso anno, torna Andreazzoli, che era stato rimpiazzato proprio dal tecnico ex Venezia dopo che anche lui aveva portato a casa una salvezza agevole. Torna il mister quasi settantenne, col suo calcio frizzante e offensivo, e in casa Inter tutti ricordano la partita thriller dell’ultima giornata del 2018, quando a San Siro i nerazzurri, all’epoca guidati da Spalletti, vinsero contro i toscani di Andreazzoli, ma faticando paurosamente: per i padroni di casa ci fu il ritorno in Champions dopo una vita, per gli ospiti la retrocessione. E poi, il precedente dello scorso anno sempre al Meazza, con la vittoria toscana targata Baldanzi. Ma era un altro Empoli e un’altra Inter.
E sarà davvero un’altra Inter quella del Castellani, perché Inzaghi, che vuole comunque restare in vetta a punteggio pieno, vara comunque un discreto turnover, come a San Sebastian ma cambiando altre pedine. In difesa rifiata Bastoni, Dumfries lascia spazio a Darmian a sua volta sostituito ancora da Pavard, Barella può rifiatare e lasciare spazio a un Frattesi in forma smagliante. Torna Calhanoglu dal lieve infortunio, e può tornare a dare i tempi giusti a una manovra un po’ imballata in Spagna, infine riecco Thuram lì davanti, forse il vero rimpianto in Champions. Cambi che non indeboliscono una squadra che resta nettamente superiore al miglior Empoli: l’Inter è obbligata a vincere e salire a quota 15.